Capua. Uno scenario diventato via via più chiaro fino al blitz di due settimane. E’ soprattutto grazie a un massimo lavoro di intercettazioni, soprattutto telefoniche, che i carabinieri di Santa Maria Capua Vetere sono riusciti a svelare cosa si cela dietro al business delle “bionde” all’ombra della città di Fieramosca.
Nel mirino della Procura sono finite le conversazioni tra Antonio Della Valle, in passato vicino ai Casalesi, e Ciro Argentino, a sua volta indicato dai pentiti come legato ad ambienti del contrabbando vicini ai Mazzarella. Nelle telefonate si parla di “attenzioni” da praticare e prodotti disponibilità. “Proprio la stabilità dei contatti – spiega il gip – riesce garantire un flusso continuo per la vendita del prodotto”
Ma c’è dell’altro. In una telefonata Della Valle dice che “a loro” non interessano in quel momento i prodotti, mentre nella telefonata del 18 febbraio scorso si lamenta addirittura per la cattiva qualità delle sigarette avendo ricevute proteste dai clienti.
Della Valle viene intercettato anche dopo l’arresto effettuato dalla Finanza che lo scoprì con un carico di “bionde”. In quella circostanza fece intendere che avrebbe il cognato a ritirare le stecche di sigarette dopo il sequestro subito cucendo in pratica addosso ad Argentino il ruolo di fornitore.
Il contrabbando rappresenta l’altro filone dell’inchiesta che riguarda la presunta estorsione ai campi di calcetto di San Tammaro. Antonio Della Valle è l’unico presente su entrambi i fronti: per la Procura avrebbe organizzato anche un ingente traffico di sigarette di contrabbando, facendosi aiutare dai propri familiari; ogni stecca veniva pagata da Della Valle dai 21 ai 28 euro.