Caserta. Si presentavano in banche di Levane, Bucine e San Giovanni Valdarno (Arezzo) dove esibendo documenti falsi aprivano conti correnti su cui poter effettuare movimenti, tra cui negoziare assegni rubati. In alcuni casi sono riusciti a ingannare direttori e impiegati ma poi il 22 maggio scorso il meccanismo è stato scoperto e segnalato ai carabinieri dal responsabile di una banca di Levane. Ora, quattro persone sono indagate per truffa e sono stati emessi quattro decreti di perquisizione personale e locale.
Le perquisizioni sono state eseguite nel Valdarno aretino e in provincia di Caserta e hanno permesso di ritrovare documentazione bancaria di interesse, fotocopie di documenti di identità e moduli per la constatazione amichevole di incidenti mai avvenuti. Gli investigatori hanno ricostruito che una volta aperto il conto versavano l’assegno bancario di provenienza illecita incassando il contante attraverso il bancomat, che intanto era stato loro concesso contestualmente all’apertura del conto. Quando il 22 maggio è scattato il primo ‘allarme’ dalla banca di Levane, i carabinieri sono intervenuti e hanno fermato un uomo.
Da qui il filo delle indagini ha permesso di risalire ad altri presunti responsabili. Importanti anche i riconoscimenti dei ‘clienti’ che potranno fare direttori e impiegati. Il danno patrimoniale subìto dai beneficiari degli assegni, dagli istituti di credito e dalle compagnie di assicurazione, al momento non è quantificabile, ma già adesso è possibile indicarlo in alcune decine di migliaia di euro.