Capua. Con l’udienza di ieri per Carmine Antropoli e degli ex assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela si è chiusa la fase preliminare dell’indagine che ha portato 3 mesi fa al clamoroso arresto del chirurgo e dell’imprenditore Francesco Zagaria, conosciuto come “Ciccio ‘e Brezza” e ritenuto il referente dei Casalesi per la città di Capua.
Il processo comincerà ora a luglio a Santa Maria Capua Vetere con la fase dibattimentale tranne che per Marco De Luca che ha chiesto il rito abbreviato. Notevole il compendio indiziario prodotto da Procura Antimafia e carabinieri in queste settimane. Intercettazioni, pedinamenti, perfino materiale fotografico come nel caso del famoso incontro nello studio medico di Sant’Angelo in Formis finito nell’ordinanza.
Per quanto attiene ai rapporti tra Comune e ditte vicine al clan, il contributo maggiore lo hanno fornito i pentiti e uno in particolare è apparso quello maggiormente addentrato nella materia: Michele Barone. Il collaboratore di giustizia, ex braccio destro di Zagaria e cugino, oltre che omonimo del sacerdote finito al centro dello scandalo degli abusi, ha fornito agli inquirenti un vero e proprio elenco di lavori effettuati a Capua e finiti nel mirino del clan durante. Interventi che sono coincisi col periodo dell’amministrazione Antropoli.
Rifacimento di strade e realizzazione di rotonde erano gli interventi più attenzionati, ma anche il restyling di alcuni quartieri sarebbe stato oggetto di interesse da parte dell’imprenditore originario di Casapesenna che poteva contare su solidi rapporti in Comune secondo Barone. Tra le opere citate dal pentito ci sono quelle realizzate a Porta Napoli, al rione Ferrovia e al rione Boscariello. Uno scenario che ora lo stesso Barone, così come gli altri collaboratori ascoltati nel corso delle indagini, potrebbe essere chiamato a ridisegnare durante il processo.