San Felice a Cancello. Un mese di maggio davvero terribile dal punto di vista meteorologico ma ieri finalmente Giovanni Ferrara ha debuttato in un pubblico comizio da candidato sindaco.
Lo ha fatto a Cancello Scalo, la frazione a cui appartengono metà delle sue origini, la madre è di qua e qui c’è una buona parte della sua famiglia. In piazza Castra Marcelli hanno parlato i candidati di tutte le liste e lo hanno fatto in modo egregio, nessuno ha steccato, tutti hanno detto la loro idea, e la loro proposta.
Ci sono stati degli interventi davvero significativi, quello della Martinisi che si è imposta con grande eloquenza mettendo a fattor comune una sorta di manifesto programmatico. Poi l’avvocato Luigi De Rosa che ha risposto ai 5 stelle e ha parlato della sicurezza e delle telecamere, quello di Marco Sardella, romano che ha trovato l’amore a San Felice e che è stato autore di un’arringa che ci è piaciuta molto e che denota l’attaccamento al territorio e la voglia di voltare pagina.
Bene tutti comunque, le intenzioni sembrano davvero positive, se quelli che hanno parlato ieri fossero eletti in prima battuta il rinnovamento sarebbe totale, ma naturalmente non sarà così.
Ma lo hanno detto loro: “Che prendiamo uno o 300 voti siamo parte di una squadra”.
Giovanni Ferrara nel suo intervento finale ha spaziato su tutto mettendo in evidenza i punti del programma e facendo un accenno anche alle cose urgenti da fare. Anche lui di fatto al debutto nel ruolo maxi ha mostrato segni di miglioramento, ma chiaramente era molto emozionato. Di sicuro è una persona amata dalla gente, lo si è visto quando è arrivato.
C’è stato anche un accenno all’avversario, che non c’è mai stato in questa campagna elettorale, per i motivi che sappiamo. Ferrara non ha fatto il nome ma ha parlato di altra coalizione.
“Eravamo pronti – ha detto – a sconfiggere anche l’altra coalizione. Noi siamo per un confronto pluralistico serio con le opposizioni, le associazioni, con le forze politiche e anche con chi non si è potuto presentare.
Però non ci si può appellare ad un cavillo burocratico cosi come viene definito, in democrazia esistono delle regole e vanno rispettate da tutti, mi sarei aspettato un mea culpa, un’ammissione di responsabilità… Le nostre porte sono aperte a chi vuole dare una mano per il futuro del paese”
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