Bellona. Dalla cella al salotto di Barbara D’Urso in poche. Nella serata di mercoledì il tribunale del Riesame ha revocato la misura del carcere nei confronti di Vincenzo Buono e Anna Finizio, i due genitori di Bellona accusati di maltrattamenti nei confronti delle due bimbe. Poche ore dopo la scarcerazione i due sono comparsi nel programma di Canale 5.
Anna in diretta, Vincenzo in un’intervista rilasciata a Bellona. E non sono mancate le accuse tra i due. “Ho visto quello che veniva detto su di me in tv in carcere – ha dichiarato la Finizio – Ho avuto sempre minacce. Lui picchiava me, ma non le bambine. Non mi sono accorta delle fratture. Non è vero erano denutrite, io alla piccola davo il latte, alla grande quello che voleva: la facevo mangiare uno spuntino quando tornava da scuola e la sera le cucinavo il primo. Quello che voleva le prendevo al supermercato”
E poi le accuse al compagno: “Il mio compagno aveva il vizio del gioco d’azzardo, una sera abbiamo litigato perché aveva preso tutti i soldi. Se ne voleva andare, io l’ho trattenuto ma lui mi ha spinto mentre avevo la bambina più piccola in braccio e forse le fratture sono dovute a quello. Ho ricevuto botte e minacce, persino sputi, anche dalla cognata e dalla suocera”.
Diametralmente opposta la versione di Vincenzo Buono: “Sono innamorato sia dei figli miei che di quelli che non sono miei. Lei sa che non avrei mai potuto fare del male a loro. Le bimbe mi mancano, non le vedo da tre mesi”. Poi l’appello ad Anna: “Sai la verità, dilla”.
Sono accusati di maltrattamenti nei confronti delle bimbe, la più grande di tre anni, la piccola di appena sei mesi. Sono state riscontrate anche fratture procurate agli arti della neonata dalla cosiddetta “shaking baby syndrome”, ovvero da un eccessivo e violento scuotimento cui la bimba è stata sottoposta, peraltro – è emerso – proprio perché piangeva, probabilmente per la fame.
L’indagine è partita nel gennaio scorso, quando la bimba di sei mesi è finita all’ospedale di Caserta dove i medici hanno scoperto i traumi e le fratture, avvisando la Polizia di Stato. Gli inquirenti hanno ricostruito quello che viene ritenuto essere un quadro di violenze ai danni delle bimbe, legato anche allo stato di grave indigenza dei genitori. I poliziotti hanno parlato anche con la maestra della piccola di tre anni, che frequenta l’asilo comunale di Bellona e la docente ha confermato di aver raccolto dalla bimba il racconto dell’incubo vissuto.
Secondo la ricostruzione della Procura sammaritana, la più piccola, quando piangeva, veniva scossa come una bambola e riposta violentemente nel passeggino; in uno di questi episodi, la piccola ha riportato fratture agli arti. Peraltro, già a dicembre 2018 la bimba era stata portata in ospedale a Caserta, ma poi era stata dimessa.