Antropoli, chiesti domiciliari prima del voto: la decisione del gip

Capua. Carmine Antropoli trascorrerà in carcere la domenica del voto e soprattutto le ore precedenti all’udienza preliminare fissata per il 29 maggio. Nei giorni scorsi il gip ha esaminato la richiesta di revoca della misura cautelare del carcere avanzata dallo staff legale che segue l’ex sindaco di Capua, rappresentato dagli avvocati Paolo Di Furia, Mauro Iodice e Angelo Raucci.

L’istanza di scarcerazione con la possibilità di detenzione al regime degli arresti domiciliari è stata però respinta dal gip, secondo il quale in questi tre mesi rispetto alla prima conferma da parte del tribunale del Riesame non sono sopraggiunti nuovi elementi in grado di variare la posizione cautelare del chirurgo di Sant’Angelo in Formis. Ad Antropoli ora non resta che aspettare l’udienza preliminare, nella quale saranno chiamati in causa anche gli ex assessori Marco Ricci e Guido Taglialatela, il presunto capozona dei Casalesi Francesco Zagaria detto Ciccio ‘e Brezza, oltre ad Armando Porciello e Marco De Luca. Il prossimo 29 maggio il gup dovrà decidere se mandare gli indagati a processo o optare per il proscioglimento.

Per la Procura antimafia – sostituti Maurizio Giordano e Sandro D’Alessio, coordinati dall’Aggiunto Luigi Frunzio – Antropoli, in carcere dallo scorso 4 febbraio, avrebbe stretto un patto non solo con Francesco Zagaria, detto “Ciccio ‘e Brezza”, dal nome della frazione di Capua dove risiede, considerato referente del boss omonimo Michele Zagaria.

Un patto che avrebbe condizionato le elezioni comunali di Capua del 2016, cui Antropoli non si candidò perché era stato sindaco per due consiliature dal 2006 al 2016, facendo però candidare un proprio fedelissimo, che poi perse. Secondo i carabinieri ci sarebbe stato più di un incontro, sempre prima delle elezioni comunali del 2016, tra Antropoli e i due affiliati, in cui si parlava di politica.

 

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