Clamoroso: maxi condanna annullata per un presunto narcotrafficante

Cronaca. Capezzuto Vincenzo era ritenuto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli colui che avrebbe rifornito di droga le organizzazioni napoletane dedite al narcotraffico per circa dieci anni, promuovendo, dirigendo ed organizzando la vasta associazione che contava un numero impressionante di affiliati.

Quasi tutti coloro che furono raggiunti dalla poderosa inchiesta optarono per il rito abbreviato e risultano aver tutti riportato  condanne a vario titolo, accompagnate da  sequestri per beni aventi valore di decine di milioni di euro, tra cui yacht, ville, appartamenti e numerosissimi conti correnti.

Strategia diversa, invece, quella assunta dal ritenuto vertice Capezzuto Vincenzo avendo costui optato  per il rito ordinario, allorquando  all’epoca era assistito dal noto avvocato  Giulia Buongiorno,  alla quale fu poi preferito l’avv. Dario Vannetiello del Foro di Napoli.

Fu latitante per tre anni e tratto in arresto nel pieno  centro di Vienna dopo meticolose indagini, servizi di osservazione e pedinamento.

 

L’accusa aveva ottenuto la condanna del ritenuto narcotrafficante internazionale ad anni 24 in primo grado, svoltosi in costanza della latitanza di Capezzuto, grazie alle accuse provenienti da cinque collaboratori di giustizia nonché valorizzando  il contenuto di alcuni colloqui carcerari con il fratello Alessandro.

Nel processo  di appello l’accusato fece sentire la sua voce, protestando la sua innocenza, evidenziando la sua ininterrotta dedizione lavorativa nel settore dell’oro e dei preziosi, con la sua attività oramai radicatasi nella elegante e ricca città di Vienna.

L’esito del giudizio di secondo grado vide  un ridimensionamento delle accuse con la riduzione della pena ad anni 13 di reclusione.

Ma il colpo di grazia all’impianto accusatorio è giunto con la decisione della Suprema Corte.   Infatti, in totale accoglimento  dell’articolato ricorso proposto dagli avvocati Dario Vannetiello e Luigi Petrillo, la terza sezione penale della Suprema Corte ha annullato in toto la sentenza di condanna inflitta a Capezzuto Vincenzo relativamente sia al gravissimo reato di associazione  finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti sia rispetto agli specifici episodi di detenzione, per i quali, in parte, vi è stato definitivo proscioglimento.

Adesso si rimane in attesa della redazione della complessa motivazione da parte dei giudici di legittimità onde conoscere quali dei numerosi e penetranti argomenti difensivi ha fatto franare il castello delle accuse, principi di diritto  ai quali  dovrà attenersi la Corte di appello in sede di rinvio.

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