“Sala riservata per i summit di camorra”: svelati i partecipanti

Casapesenna. Una sala riservata nella pasticceria per gli incontri del clan Zagaria. E’ questa l’inquietante dettaglio rivelato dal collaboratore di giustizia Attilio Pellegrino nel corso dell’interrogatorio di garanzia dell’ottobre 2017 che diventerà poi parte integrante dell’ordinanza eseguita nelle scorse settimane dalla Dia e dalla squadra mobile nei confronti di Giuseppe Santoro e Pasquale Fontana.

“All’interno della pasticceria Butterfly di via Agostino Petrillo a Casapesenna eravamo soliti andare io, i fratelli Zagaria e Michele Fontana per incontrarci riservatamente in un locale interrato all’esercizio per parlare di affari del clan. La scelta di questo luogo era dovuto proprio al fatto che Giuseppe Santoro, che, ovviamente, ci conosceva bene, era una persona di nostra fiducia sicchè avremmo potuto liberamente parlare senza il pericolo che potesse farci intercettare  dalle forze dell’ordine. Questi incontri che si sono tenuti all’interno della pasticceria a cui lo stesso ha partecipato sono stati molteplici e per un periodo che va dal 2001 al 2004 erano quasi quotidiani.”

Stando a quanto raccontato da Pellegrino i rapporti tra il capoclan e il titolare della pasticceria erano così stretti che in una circostanza Michele Zagaria inviò un’imbasciata tramite il fratello Carmine allo stesso Attilio Pellegrino chiedendogli di prendere le difese di Giuseppe Santoro che era in contrasto col fratello di Luigi Grassia per affari di carattere edilizio.

L’indagine, condotta con intercettazioni telefoniche ambientali, partì da un conto corrente sospetto segnalato a Bologna e riconducibile a Santoro, considerato un uomo di Zagaria e già in carcere a Secondigliano per altre vicende. Poi gli accertamenti sono passati per competenza alla Dda di Napoli e sono proseguiti nel Casertano, con dichiarazioni anche di collaboratori di giustizia. Sono emersi incontri riservati con Michele Zagaria e con altri affiliati per pianificare le attività del clan. Santoro, inoltre, avrebbe ricevuto un grosso finanziamento da Zagaria, con cui era in società, che gli consentì di estendere l’attività commerciale della Butterfly Srl, aprendo vari punti vendita sul territorio campano. Nei negozi venivano assunti diversi parenti di affiliati al clan, per procurare loro un lavoro apparentemente lecito.

 

A sinistra Giuseppe Santoro; a destra in alto Attilio Pellegrino e Michele Fontana, in basso Carmine e Michele Zagaria

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