Marcianise. Il momento nero del clan. Sembra quasi un “ten years ago”, il gioco dove si mettono a confronto sui social le foto scattate dieci anni prima con quelle attuali. Le due scattate al clan Piccolo sono così simili da potersi sovrapporre. Ridotti a zero da un blitz nel 2009, disarticolati nel 2019 dall’operazione di otto giorni fa. Nel mezzo dieci anni in cui i Quaqquaroni hanno provato ad alzare la testa.
Nel 2009 nel carcere di Secondigliano, durante l’ora libera, tre uomini allora di spicco del clan Piccolo si ritrovano e cominciano a dialogare della situazione della cosca. Non sanno di essere intercettati e per la prima volta dai dialoghi emerge una frizione della famiglia storica dei Piccolo con i Letizia.
Nei corridoi del penitenziario Andrea Letizia, Michele Maietta e Mario Russo parlano e si dicono certi che il loro arresto abbia fatto felice Pasquale Piccolo “Rockfeller” che loro chiamano “lo zio” perchè ha tolto di mezzo qualsiasi concorrenza interna: “Lo zio proprio con te ha fatto i salti”. Nella conversazione evidenziano come Rockfeller abbia poco da stare allegro visto che gestire il clan nelle sue condizioni non è certamente un’operazione semplice: “lo zio anche sta inguaiato, anche è solo. Lo vedi? Eh sta inguaiato adesso, la baracchella a portarla avanti è un po’ pesante”.
Inoltre in quel periodo Piccolo non potrà avere gran parte del clan, recluso: “Ma comunque il guaio è grosso mica può dire “me ne frego di tutti quanti”. I tre evidenziano che Pasquale Piccolo al momento è da solo “e guagliù quello comunque se tu…parliamoci chiaro…quello sta solo” e dovrà contare solo sull’apporto di Fabio Buanno (“o’ chianchiere) e dovrà provvedere al sostentamento dei detenuti del clan di maggior peso: “i perni principali li deve pensare…il minimo indispensabile”.
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