Marcianise. Una lotta intestina stroncata sul nascere dalle forze dell’ordine. La guerra di potere per la guida dei Quaqquaroni poteva sfociare nel sangue. Da una parte Rockfeller, capo per dinastia, poichè all’anagrafe fa Pasquale di nome e soprattutto Piccolo di cognome. Dall’altra Andrea Letizia, che aveva dalla sua la militanza e l’aver tenuto vivo il clan nei momenti bui.
In mezzo alcuni affiliati e in particolare uno, Mario Russo, che, una volta pentitosi, ha svelato i segreti di quelle tensioni interne al gruppo. “Nel periodo precedente all’ultimo arresto i rapporti tra Andrea Letizia, Pasquale Piccolo detto Rockfeller non erano ottimali, anzi Pasquale Piccolo rivendicava il fatto che fosse il rappresentante del clan Piccolo e che Andrea Letizia non fosse veramente un Piccolo” ha dichiarato Russo in un interrogatorio del marzo 2015 finito nella maxi ordinanza che ha portato lunedì a 30 arresti.
“Io cercavo in qualche modo di mettere pace tra i due dicendo che tutti facevamo parte dello stesso gruppo ma Pasquale Piccolo e Andrea rivendicavano entrambi di essere i referenti del gruppo. Lo scontro tra i due gruppi si acuì soprattutto in relazione alla gestione delle estorsioni in particolare in relazione all’imposizione del caffè, ditta che fa ancora capo alla famiglia Letizia e che veniva rappresentata dal nipote Giuseppe Letizia detto “Vincenzo”.”
“Anche Pasquale Piccolo aveva dopo la sua scarcerazione avviato tale attività commerciale con la sua ditta di riferimento e pertanto riteneva che spettasse a lui quale referente del clan Piccolo tale attività economica. Per contrastare l’attività esercitata dalla ditta di Letizia, Pasquale Piccolo fece incendiare l’auto di un cliente napoletano di Letizia. Andrea Letizia si arrabbiò molto tanto che andò a minacciare Domenico Piccolo e Pietro De Lise che a suo dire erano stati gli autori materiali dell’incendio. Lo scontro si stava alzando e se non fossimo stati arrestati qualcosa sarebbe successo” ha concluso Russo.
In alto da sinistra Andrea Letizia e Pasquale Piccolo, in basso Mario Russo