Katia Tondi, la difesa di Emilio porta in aula psicologa. Scontro di perizie, palla passa a medico

Santa Maria Capua Vetere. Udienza importante questa mattina nel processo per l’omicidio di Katia Tondi. Dopo gli ultimi appuntamenti dove non sono mancati momenti di tensione anche per le riprese effettuate dalla trasmissione Quarto Grado, questa mattina sono sentiti due teste della difesa.

Si tratta di una psicologa che ha riferito su alcuni aspetti della vicenda e del rapporto tra Emilio Lavoretano, unico imputato nel procedimento, e la defunta moglie Katia. Il tribunale ha inoltre dato l’incarico a un medico legale per analizzare alcuni referti medici già acquisiti agli atti dell’indagine.

La difesa tiene aperte altre ipotesi compresa la prima emersa dopo il drammatico ritrovamento, quella della rapina. Emilio Lavoretano si è sempre difeso riferendo alla polizia fin da subito di aver già trovato senza vita la coniuge al momento del rientro nell’abitazione di Parco Laurus a San Tammaro quella maledetta sera del 20 luglio 2013. L’uomo affermò di essere uscito poco prima delle 19, quando la moglie era ancora viva, di essere rincasato intorno alle 20, e di aver rinvenuto il corpo della moglie accasciato vicino alla porta di casa; a conferma del suo alibi consegnò anche uno scontrino della spesa, e fu inizialmente creduto.

Ma le discrepanze sull’orario della morte della donna emersero già con la prima perizia eseguita dal medico-legale incaricato dalla Procura, secondo cui la Tondi sarebbe stata uccisa tra la 14 e le 16, orario in cui Lavoretano non era presente in casa in quanto a lavoro (era dipendente presso un’officina di cambio gomme), mentre la 31enne in quell’arco temporale era in compagnia della madre.

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