Santa Maria Capua Vetere. Un secolo e mezzo di reclusione per undici imputati. E’ questa la richiesta avanzata dal pm Luigi Landolfi al termine della requisitoria di oggi nel processo sullo spaccio di droga all’ombra della città del Foro; sono state invocate pene che vanno dai 20 anni di reclusione chiesti per D’Angelo, ritenuto il capo dell’organizzazione, ai 10 anni (alla fine dell’articolo le richieste nel dettaglio, ndr). Rischia 12 anni anche Giovanni Cestrone, figlio dell’indimenticato Angelo di Carditello. La sentenza, per coloro che hanno scelto il rito abbreviato, arriverà soltanto tra due mesi.
L’attività investigativa, condotta dall’ottobre del 2015 al marzo 2016, è stata sviluppata mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione e sviluppo dei tracciati del traffico telefonico delle utenze in uso agli indagati nonché attraverso servizi di osservazione pedinamento e riscontro che hanno consentito di edificare un solido compendio indiziario-probatorio in ordine alla sussistenza ed operatività di un’associazione dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e cocaina, stabilmente operante nelle zone di San Prisco e nei paesi limitrofi della provincia di Caserta.
Il lavoro investigativo ha altresì permesso di accertare complessivi 52 episodi tra detenzione ai fini di spaccio e cessione in concorso di sostanze stupefacenti. Sono stati, infatti, valorizzati i contatti telefonici tra gli indagati ed i contenuti delle conversazioni intercettate nelle quali quest’ultimi, utilizzando linguaggi criptici (ad esempio: “somme di danaro” per indicare la “cocaina” – prendere un caffè per determinare l’incontro – “cose buone buone”, “documenti”, “libretti” – “1 Kg. di vongole” – “macchina marrone e macchina bianca”-), fissavano appuntamenti ed indicavano i luoghi e le date in cui svolgere le cessioni delle sostanze illecite.
Nella foto da sinistra D’Angelo, Cestrone e Regino