Marcianise/Maddaloni. Scoppia il caso Mennella nel Movimento 5 Stelle. Il medico di Marcianise e in servizio presso l’ospedale di Maddaloni, aveva infatti superato il primo scoglio, ma dopo una segnalazione di una giovane maddalonese è stato escluso dal secondo turno in vista della candidatura alle Europee.
La giovane lo avrebbe accusa di averla fatta votare inconsapevolmente, lanciando il sospetto che ciò sarebbe avvenuto anche per altri contatti. Un’accusa che ha portato i pentastellati all’esclusione ma che ha provocato la reazione dello stesso Mennella che si è così sfogato sui social: “Sono una persona seria, un padre ineccepibile, un professionista stimato, da sempre attivo nel sociale. Non mi sono mai tirato indietro: da attivista, come nel lavoro, mettendoci sempre tutto l’impegno, l’entusiasmo, un forte senso del dovere, nelle lotte per tutelare l’ambiente, per rivendicare i diritti dei lavoratori, dei più deboli, delle vittime di sopruso, contro l’inefficienza del servizio pubblico, il malaffare, la corruzione, spesso pagando in prima persona. Mancate promozioni, mobbing, emarginazione, calunnie, diffamazione. Tanti attivisti hanno visto in me un punto di riferimento, un amico sempre disponibile e cordiale, una persona coerente e affidabile pronto a scendere in campo quando fosse necessario, per combattere contro l’ingiustizia. Ma tanto amore, tanto rispetto produce, per la legge del contrappasso, anche tanto livore, disprezzo, da parte di persone finte, mediocri, di dubbia moralità, che non hanno indugiato a ripagarmi con l’unica moneta fasulla in loro possesso: la delazione.
Io credo che un uomo meriti rispetto: anche in un mondo come quello politico, fatti di interessi e privilegi da difendere a tutti i costi, soprattutto in un mondo dove si predica trasparenza, moralità, onestà: questa sconosciuta. Perché non c’è onestà dietro un profilo fake che ti accusa pubblicamente, con una tempistica decisamente inquietante, di aver perpetrato un “presunto misfatto” nel lontano 2017. Cui prodest?
Non esiste alcuna moralità nel montare un caso ad arte ( poi dimostratosi, dopo opportune verifiche, infondato) per infangare la reputazione di una persona: non esiste alcuna trasparenza nel tagliar fuori una persona, senza una rigorosa formulazione di un atto di accusa, che fornisca delucidazioni, chiarimenti e soprattutto riconosca all’accusato la possibilità di perorare la propria causa e difendere la propria onorabilità nelle opportune sedi.
“Una ” cacciata” in stile soviet”, un operato arrogante, irrispettoso, omertoso che viola i più basilari principi sanciti dalla nostra Costituzione, che riconosce ” all’imputato” la possibilità di dimostrare la propria innocenza . Un modus operandi che stride con ogni principio di cui ci siamo fatti da sempre promotori e partecipi che, sprezzante, liquida un uomo, il suo vissuto, il suo impegno, e i tanti, troppi sacrifici, con poche righe irriguardose, insulse che, lungi dal fornire delle reali motivazioni, ti marchiano come una “lettera scarlatta” a futura infamia.” continua Mennella “Come medico stimato quali spiegazioni dovrò ai miei pazienti? Come movimentista di lungo corso, quali parole dovrò cercare per spiegare l’accaduto ai tantissimi attivisti che in me ancora riconoscono un degno rappresentate di quella rivoluzione culturale ormai a corto di fiato e di concetti? Quali ragioni dovrò addurre agli occhi di quei tanti conoscenti che, con superficialità e arroganza, mi giudicheranno sulla scorta del proprio ipocrita perbenismo? E come mi difenderò da tutti coloro che mi detestano, perché per anni ho combattuto rivendicando il primato morale di queste cinque stelle ormai offuscate?”