San Felice a Cancello. I fili di questa drammatica vicenda si stanno piano piano annodando fornendo agli inquirenti un quadro più completo rispetto a quello iniziale. Tra poco più di 24 ore i punti oscuri rimasti potrebbero essere però chiariti ulteriormente: è stata fissata per mercoledì mattina davanti al gip beneventano Gelsomina Palmieri l’udienza di convalida per Francesco D’Angelo, il 52enne ambulante di Durazzano, accusato del duplice omicidio di Mario Morgillo e Andrea Romano.
D’Angelo si troverà per la prima volta al cospetto del gip, dopo il fermo disposto dal pm: nella serata di ieri in caserma non ha risposto alle domande del magistrato di turno e dei carabinieri, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Una scelta che potrebbe essere replicata anche mercoledì. In attesa dell’interrogatorio e delle risultanze dell’esame autoptico disposto sulle salme di Morgillo e Romano, non si ferma il lavoro dei carabinieri della Compagnia di Montesarchio.
Chiarito il movente del delitto, legato a dissapori tra le due famiglie, gli investigatori stanno ricostruendo gli ultimi episodi avvenuti prima del fatto di sangue di ieri. Un’acredine nata esattamente un anno fa dopo un incidente a Santa Maria a Vico e riesplosa quando poi Gennaro Morgillo, il figlio di Mario sfuggito alle fucilate, si era trasferito a Durazzano a causa del divieto di dimora in provincia di Caserta.
La giornata di sangue di ieri era stata preceduta da un’altra domenica di tensione: esattamente sette giorni prima del delitto Gennaro Morgillo e D’Angelo si sarebbero rivisti al bar ed avrebbero cominciato a litigare. Nessuno poteva però immaginare che quelle parole così cariche d’odio si sarebbero però trasformate in pallottole mortali per il 68enne originario di Cancello Scalo e per suo genero.