La Procura: “Spasiano ingannò l’amministrazione comunale”. La maxi fideiussione irregolare

Marcianise. Il Comune di Marcianise era all’oscuro dell’irregolarità della fideiussione. Anzi. Nello scenario delineato dalla Procura e poi confermato dal gip Orazio Rossi, le responsabilità vengono limitate al solo Gennaro Spasiano, allora capo dell’ufficio tecnico e unico indagato del versante di Marcianise, nella maxi inchiesta che questa mattina ha posto agli arresti domiciliari Giuseppe Barletta.

Una conclusione giunta al termine di un lavoro meticoloso portato avanti da Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta, agli ordini del tenente colonnello Luca Gennaro Cioffi. Un’attenzione, quella delle fiamme gialle, palesatasi in diverse visite e acquisizioni di atti negli uffici municipali di piazza Umberto I.  Spasiano è colui che, per conto del Comune di Marcianise, materialmente curò e siglò poi l’accordo transattivo da 15 milioni di euro, in tre tranche, che, secondo la Procura sammaritana è stato basato su una procedura non regolare. Stando alla ricostruzione degli inquirenti gli amministratori dell’Interporto Sud Europa hanno posto a fondamento della garanzia delle polizze fideiussorie emesse da soggetti non abilitati.

 

Il “buco” nell’accordo

L’ipotesi dell’accusa è che i due sottoscrittori dell’accordo Antonio Campolattano, in qualità di amministratore unico dell’Interporto Sud Europa, e Gennaro Spasiano, nella qualità allora di dirigente del Quinto Settore del Comune di Marcianise, consapevoli di non poter richiedere l’ammontare economico della fideiussione, poichè rilasciate da un “confidi minore” e dunque non abilitato, hanno indotto in errore l’Ente ingannando l’amministrazione locale di Marcianise, attraverso la presentazione di Campolattano e la successiva accettazione delle polizze.

In questo modo, come evidenziato dal gip, sarebbe stato procurato ingiusto profitto per l’Ise , costituito dall’obbligo dell’Ente al rilascio dei permessi a costruire convenzionati e delle autorizzazioni commerciali previste dall’accordo, in presenza di garanzie economiche che tali di fatto non erano. Secondo l’ipotesi della Procura il Comune non avrebbe assunto quegli obblighi, in fase di accordo, se avesse saputo dell’inconsistenza giuridica delle polizze fideiussorie e quindi dall’incerta solvibilità finanziaria dell’Ise nel fronteggiare gli impegni presi. Un piano complessivo da 15 milioni di euro per un’espansione produttiva sulla quale cominciano ad addensarsi delle nubi.

 

Nella foto l’ultimo accordo firmato in Comune con l’Interporto per le borse di studio (maggio ’18)

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