ECCO CHI SONO GLI 11 INDAGATI. C’è anche il dirigente comunale Spasiano. TUTTI I NOMI

Maddaloni/Marcianise. C’è anche il dirigente comunale in servizio a Marcianise Gennaro Spasiano tra gli undici indagati nell’inchiesta sul tesoro del gruppo Barletta. Spasiano, come il manager Antonio Campolattano, è tra gli 8 indagati a piede libero.

DOMICILIARI
Giuseppe Barletta 1945 Maddaloni
Nicola Berti 1971 Milano

OBBLIGO DI DIMORA
Gennaro Mancini 1951 Santa Maria Capua Vetere
Giuseppe Pisanti 1970 Maddaloni

INDAGATI A PIEDE LIBERO
Antonio Campolattano 1960 Maddaloni
Cristiano Capezzone 1976 Costrocielo (FR)
Giuseppe Di Cicco 1951 Sant’Elia Fiume Rapido (FR)
Andrea Palmisano 1956 Maddaloni
Pasquale Pisaniello 1975 Cervinara (Av)
Gennaro Spasiano 1955 Napoli

Nel riquadro da sinistra Barletta, Spasiano e Campolattano

Maddaloni/Marcianise. In data odierna, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Caserta, hanno posto in esecuzione un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura, con la quale è stata disposta la misura degli arresti domiciliari nei confronti di BARLETTA Giuseppe (ci. 45) e Nicola (ci. 71), nonché l’obbligo di dimora nei confronti di MANCINI Gennaro (ci. 51) e PISANI! Giuseppe (ci. 50). Contestualmente è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni immobili e mobili, rapporti finanziari e partecipazioni societarie per circa 28 milioni di euro.

 

Dieci anni e sei imprese sotto la lente della Procura

L’ordinanza cautelare fonda su un compendio gravemente indiziario a carico dei predetti indagati, coinvolti, a vario titolo e in concorso fra di loro nonché con altre persone, in svariate condotte di bancarotta fallimentare e concordataria, di sottrazione fraudolenta al pagamento  delle imposte nonché di autoriciclaggio, nel periodo 2006-2016, relativamente alla gestione di 6 imprese del “Gruppo Barletta”, al quale sono riconducibili circa 50 soggetti giuridici, anche esteri (con sede in Olanda e Austria). Viene contestato ai vertici aziendali, in primis a BARLETTA Giuseppe, amministratore di fatto dell’intero gruppo ed ai suoi più stretti collaboratori, di aver contribuito a creare uno stato di grave insolvenza a danno della “SOCIETÀ ESECUZIONI APPALTI S.R.L.” (ammessa al concordato preventivo in data 18.2.2016), del “CONSORZIO INTERPORTO APPALTI’ (ammesso al concordato preventivo in data 13.7.2016), del “CONSORZIO ESECUZIONI  SPECIALI” (dichiarato fallito in data 24.3.2017), della “SOCIETÀ EUROPEA DI PARTECIPAZIONE S.R.L.” (ammessa al concordato preventivo in data 17.12.2015) e della “MAIL ITALIA S.R.L.*’ in liquidazione (ammessa al concordato preventivo in data 28.04.2015), per svuotarne le casse, attraverso una serie di operazioni di finanziamento infragruppo a favore di altre imprese correlate, tra cui la società “AGLI ANTICHI SPLENDORI” (che poi si è offerta quale garante dell’adempimento degli obblighi concordatati assunti dalle società così depauperate).

 

L’ipotesi accusatoria, fondata su un articolato quadro indiziario, è che, a decorrere dal 2006, il gruppo imprenditoriale facente capo a BARLETTA Giuseppe, .dopo essere stato individuato, dagli enti pubblici competenti, quale soggetto attuatore dell’ “Accordo di programma” finalizzato alla realizzazione dell’Interporto di Maddaloni-Marcianise, attraverso la costruzione del centro logistico intermodale e del centro commerciale Campania, ha posto in essere una strategia volta a distrarre le liquidità di alcune società del  medesimo gruppo, che avevano gestito i progetti infrastrutturali di cui sopra e che nel tempo avevano dolosamente accumulato ingentissimi debiti tributari (per oltre 130 milioni di euro), anche attraverso ripetuti omessi versamenti delle imposte dovute. Ed è stata proprio la rilevante, complessiva esposizione debitoria verso il Fisco del Gruppo Barletta ad indurre questa Procura a promuovere, già nel 2015, il ricorso di fallimento nei confronti di 3 società del medesimo gruppo. Il ricorso della Procura veniva, tuttavia, “paralizzato” attraverso la presentazione di dilatori piani concordatari, prevalentemente liquidatori, poi garantiti nella loro fattibilità proprio dalle medesime imprese del gruppo, in precedenza, benefìciarie dei flussi distrattivi.

Nel dettaglio, attraverso un analitico esame delle movimentazioni finanziarie di tutte le aziende interessate alle procedure concorsuali, è stato possibile ricostruire una serie di operazioni economicamente irragionevoli ed estranee allo stesso oggetto sociale, poste in essere contestualmente all’aggravarsi della situazione debitoria nei confronti del Fisco. Infatti, invece di pagare le imposte dovute, sono stati disposti bonifici per svariati milioni di euro a favore di altre imprese del gruppo a mero titolo di finanziamento, al solo fine di drenare la liquidità formatasi e dirottarla, per gran parte, all’estero, sottraendo ogni risorsa finanziaria all’eventuale azione di riscossione coattiva da parte dell’erario. Complessivamente i flussi distrattivi sono stati quantificati, per difetto, in oltre 36,7 milioni di
euro, eseguiti attraverso un sistema di scatole cinesi e di ripetuti trasferimenti finanziari infragruppo, che
hanno avuto il fine ultimo di arricchire le casse delle società “forzieri” del grappo, alcune delle quali
collocate all’estero (in Olanda).

L’accordo col Comune e l’espansione

Il gruppo societario ha così consentito artatamente la sopravvivenza di alcune società divenute
proprietarie di ingenti consistenze immobiliari, da ultimo utilizzate per rinegoziare con il comune di
Marcianise un’ulteriore progettualità di espansione infrastrutturale, sia al fine dell’ultimazione del progetto
interportuale (mai terminato in precedenza) che per l’ennesimo sviluppo dell’area commerciale.
Lo stesso gruppo imprenditoriale, attraverso una sua controllata, la società “ISE” (Interporto Sud
Europa), ha infatti siglato uno specifico accordo transattivo, formalizzato nel novembre 2016, le cui
obbligazioni, limitatamente alla parte assunta dal soggetto attuatore privato, anche grazie alla mancanza di
adeguati controlli da parte dell’ente locale, sono risultate garantite da fideiussioni illecite, sia perché
rilasciate da un “Confidi minore”, che, in quanto tale, non era abilitato all’emissione di polizze a garanzia
dell’adempimento di obbligazioni verso enti pubblici, sia perché non aveva la capacità finanziaria per far
fronte agli impegni assunti,

 

Le misure decise dal gip

Le misure cautelari personali sono state emesse nei confronti di :
» BARLETTA Giuseppe, amministratore di fatto dell’intero gruppo societario, è colui che ha definito le
strategie criminose sopra descritte, individuando gli obiettivi, di volta in volta, da perseguire e
impartendo specifiche direttive ai suoi stretti collaboratori;
« BERTI Nicola, collaboratore di Barletta, è stato legale rappresentante di diverse società del gruppo,
anche beneficiane degli ingenti flussi distrattivi, consapevole dell’intera strategia illecita posta in essere;
« MANCINI Gennaro, già amministratore di diverse società del gruppo, in qualità di Presidente del
Consiglio Direttivo del Consorzio “CO.GE.RI.” È indiziato di aver dolosamente permesso
l’appropriazione indebita di rilevanti risorse finanziarie del consorzio (da destinarsi – tra l’altro – al
ristoro dei soggetti espropriati) a favore di altre società del gruppo, permettendone anche
l’autoriciclaggio;
« PISANTI Giuseppe, anch’egli fiduciario del BARLETTA, è indagato per aver dolosamente agevolato la
bancarotta concordataria dell’allora holding di gruppo, S.E.P. 92 S.r.L..

 

Oltre alle misure cautelari personali, è in atto il sequestro di beni per ca. 28 milioni di euro
costituenti il valore complessivo del profitto dei reati dolosi di bancarotta e tributari, sia direttamente sulla
liquidità delle società beneficiane dei flussi finanziari, che, per i reati tributari e di autoriciclaggio, anche per
valori equivalenti, sul patrimonio personale degli indagati.
E’ in corso anche il sequestro della liquidità della società “AGLI ANTICHI SPLENDORI S.R.L.”,
risultata responsabile amministrativamente (ex d. Igs. 2312/2001), in qualità di impresa beneficiarla della
condotta di autoriciclaggio commessa a suo vantaggio, avuto riguardo ai proventi dell’appropriazione
indebita della somma di denaro nella disponibilità del “CONSORZIO GENERALE RICOSTRUZIONE”,
pari all’importo di 278.000,00 euro.

 

Tra i beni sequestrati vi sono anche le quote societarie della società la “PIAZZA DEGLI SVAGHI
S.R.L.,” la quale è risultata essere il “forziere” del “Gruppo Barletta” ed essere nella disponibilità, di fatto,
del suo dominus BARLETTA Giuseppe, sebbene sia formalmente controllata da 2 trust con sede in Nuova
Zelanda. Società, questa, che detiene numerosi immobili siti nel Parco commerciale “CAMPANIA”, molti
dei quali concessi in locazione a note multinazionali.
Gli esiti di questa attività costituiscono una chiara testimonianza del costante presidio esercitato da
questa Procura, in stretta sinergia con il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Casetta, per
l’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati attraverso l’evasione fiscale e la commissione di altri
gravi reati economico-finanziari.

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