Regionale. Marco Di Lauro, il boss della camorra di Secondigliano tra i latitanti più ricercati d’Italia arrestato oggi dopo una lunga latitanza, è arrivato in questura a bordo di una auto civetta della Polizia di Stato mentre dall’alto un elicottero sorvegliava la zona.
“Bravi, bravi” è l’incitamento che si è levato dai presenti, un centinaio di persone, mentre alcuni degli agenti che hanno partecipato all’operazione si sono abbracciati manifestando soddisfazione per il lavoro svolto. All’uscita dall’abitazione di Chiaiano dove si nascondeva si sono sentiti anche insulti in dialetto (“Munnezz”) all’indirizzo del boss appena catturato. In strada al momento anche il questore di Napoli Antonio De Jesu e il comandante provinciale dei carabinieri Ubaldo Del Monaco.
“Marco Di Lauro non era armato e non ha opposto resistenza”. Lo ha detto il questore di Napoli, Antonio De Jesu, che è sceso dai suoi uffici per accogliere i suoi uomini che, insieme all’Arma dei Carabinieri, hanno condotto l’operazione nel pomeriggio di oggi. Soddisfatto anche il comandante provinciale dei Carabinieri di Napoli, colonnello Ubaldo Del Monaco, che ha evidenziato che l’azione si è svolta sotto il coordinamento della Dda di Napoli guidata dal procuratore Melillo. “Siamo contenti”, ha aggiunto Del Monaco.
Di Lauro era disarmato e in tenuta sportiva: indossava una tuta Adidas al momento dell’arrivo in questura prima di essere trasferito in carcere. Nel libro mastro dei Di Lauro viene indicato con la sigla “F4”, che sta a indicare quarto figlio del boss, mentre i fratelli Cosimo, Vincenzo, Nunzio, Salvatore, Antonio, Raffaele e Giuseppe, vengono indicati rispettivamente con la sigle: F1, F2, F5, F6, F8, F9, F10.
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