Imputato casertano parla dialetto stretto, giudici scelgono nuovo traduttore

Caserta. AAA cercasi traduttore disperatamente. Nessuna conoscenza di lingua straniera richiesta, ma un dialetto: il casertano. Meglio se stretto. Potrebbe essere questo l’annuncio del tribunale di Belluno alle prese con un vero e proprio rebus in un processo per violenza sessuale e maltrattamenti che vede alla sbarra un imputato originario del Casertano.

Tra la mole probatoria portata dalla Procura veneta a carico dell’imputato ci sono anche diverse intercettazioni. Ben 26 ore di insulti, minacce e frasi intimidatorie, tutte rigorosamente in dialetto casertano. E il nodo è proprio qui.

L’uomo parla in un dialetto così stretto che nemmeno il primo interprete nominato, originario della provincia di Salerno, è riuscito a capire il significato dei dialoghi intercettati. E così le intercettazioni restano ormai da tre mesi sul tavolo senza possibilità di essere, dopo la necessaria traduzione, utilizzate.

Un caso singolare che tiene in scacco il processo a carico dell’uomo, accusato di violenze nei confronti dell’ex compagna, e che può essere risolto solo da un altro casertano. Il tribunale forse ha trovato l’uomo che fa al proprio caso: in zona è arrivato da poco un carabiniere della provincia di Caserta. Spetterà a lui decifrare e tradurre le parole dell’imputato: tre mesi di tempo per un’immersione totale nel dialetto di casa.

 

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