Capua. Il giorno della verità è stato fissato: giovedì 14 marzo. In quella data la Corte di Appello discuterà della richiesta di arresto per i due ex consiglieri comunali di Capua Marco Ricci e Guido Taglialatela, indagati a piede libero nell’inchiesta che ha portato in carcere l’ex primo cittadino Carmine Antropoli.
L’udienza, fissata inizialmente per oggi, è stata rinviata per un difetto di notifica. Il gip Provvisier aveva già respinto la richiesta di misura cautelare avanzata dalla Dda per i 4 indagati a piede libero. A seguito dell’emissione del provvedimento di arresto per Carmine Antropoli e Francesco Zagaria (per quest’ultimo il ricorso è stato discusso oggi), il pubblico ministero aveva però presentato appello contro questa decisione chiedendo l’arresto per due di loro, cioè gli ex consiglieri Marco Ricci (difeso dall’avvocato Franco Liguori) e Guido Taglialatela.
Nell’ordinanza il gip aveva sottolineato di non aver ravvisato rapporti diretti tra Ricci e Taglialatela e “Ciccio e’ Brezza”, imprenditore originario di Casapesenna ma da tempo trasferitosi a Capua che invece era un paziente di Antropoli e ritenuto il personaggio chiave dell’inchiesta, in particolare per il riferimento al clan Zagaria. Un aspetto sul quale si soffermerà sicuramente anche l’udienza del mese prossimo.
Intanto in queste ore il Tribunale del Riesame di Napoli ha confermato la misura cautelare dell’arresto in carcere nei confronti del primario del Cardarelli ed ex sindaco di Capua Carmine Antropoli, arrestato lo scorso 4 febbraio dai carabinieri di Caserta con l’accusa di concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Le motivazioni della decisione saranno rese note tra 45 giorni.
“Ho comunicato l’esito del Riesame al dottor Antropoli – ha detto all’Ansa l’avvocato Mauro Iodice, che difende l’ex sindaco insieme con l’avvocato Angelo Raucci – il quale mi ha confermato di avere piena fiducia nella giustizia. É ansioso di fare luce su tutti quegli aspetti della vicenda che, evidentemente, non sono ancora del tutto chiari. Il suo rispetto nei confronti dell’operato della magistratura rimane assolutamente inalterato”