Arsenico e cancro, la correlazione: “Troppi tumori in quella zona”

Caserta. “Nell’area compresa tra Caserta e San Nicola la Strada in cui abbiamo sequestrato i pozzi contaminati, si registra un’alta incidenza di tumori, specie alla prostata, anche se non si può stabilire il nesso di causalità tra l’inquinamento provocato dall’attività industriale e queste morti”.

Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone nel corso della conferenza stampa in cui ha illustrato i risultati delle indagini ambientali che hanno portato al sequestro da parte dei carabinieri forestali e del Noe di 12 pozzi contaminati dall’arsenico e di un’altra area in cui sono stati rinvenuti rifiuti speciali solidi di vario genere. Persino il proprietario di una delle aree sequestrate è morto un anno fa proprio per un tumore alla prostata, “patologia che sembra legata proprio alla contaminazione da arsenico – spiega Troncone – che è la seconda sostanza chimica più cancerogena”.

“L’inquinamento dell’area – ricorda – è frutto dell’attività industriale posta in essere dall’opificio Saint Gobain dal 1958, quando l’area era a vocazione agricola, al 1988, quando l’azienda fu dismessa. In 30 anni la cava attigua fu riempita di rifiuti”.

 

Si indaga contro ignoti

E’ al momento contro ignoti il fascicolo aperto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere in seguito al sequestro di pozzi contaminati dall’arsenico in un’area compresa tra i comuni di Caserta e San Nicola la Strada. Lo ha chiarito il Procuratore Maria Antonietta Troncone nel corso della conferenza stampa tenuta negli uffici inquirenti; i reati contestati sono l’avvelenamento delle acque, il disastro ambientale, fattispecie che riguarda le condotte accertate dal 2015 in poi, anno in cui fu introdotto tale reato; prima del 2015 si procede per disastro generico. “Le indagini proseguono – ha spiegato la Troncone – perché potrebbero esserci responsabilità nelle pubbliche amministrazioni che negli anni non hanno fatto nulla, nonostante tutti, dai cittadini agli amministratori, sapessero dell’inquinamento in atto”. Gli accertamenti riguarderanno anche il mutamento di destinazione dell’area, da industriale ad area per civili abitazione e insediamenti produttivi.

 

“La variazione avrebbe dovuto comportare una bonifica della zona – ha detto il Procuratore – ma ciò non è mai stato fatto. Nella popolazione abbiamo registrato tanta rassegnazione”. L’area, dopo la dimissione della Saint Gobain nel 1988, fu oggetto di programmi di sviluppo e di riconversione, di un accordo di programma siglato nel 1996 da Regione Campania, Provincia di Caserta, Comune di Caserta, Consorzio ASI e Progetto Industrie Srl, che hanno portato a compimento l’iter di riclassificazione dell’area ex Saint Gobain. “Detti programmi – ha affermato la Troncone – sono rimasti inspiegabilmente inattuati”.

 

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