Caserta. La parte del leone tra i candidati alle Regionali la fa Pasquale Corvino, ex patron della Casertana e ex vicesindaco del capoluogo. Corvino, candidato alle elezioni per il consiglio regionale della Campania del 31 maggio 2015, nelle liste di Nuovo CentroDestra raggiunge un accordo salato con i Capone.
Ad Agostino Capone, Vincenzo Rea e Giovanni Capone, esponenti del clan Belforte, viene demandato, infatti, il compito di procurare allo stesso Corvino i voti degli appartenenti al clan e delle persone a loro vicine in cambio dell’erogazione a ciascuno di loro della somma di denaro di 3mila euro nonchè di 40 buoni pasto del valore di 20 euro ciascuno e 40 buoni benzina del valore di 10 euro ciascuno alla figlia di Vincenzo Rea.
Si chiamava “Clean Service” la società della moglie di Agostino Capone, Maria Grazia Semonella (finita ai domiciliari); per il clan il guadagno – è emerso – è stato di 17.000 euro, soldi destinati anche al mantenimento degli affiliati detenuti. E’ inoltre accaduto che dei soggetti che stavano affiggendo manifesti elettorali di notte siano stati minacciati e aggrediti, e che i manifesti siano stati coperti dagli uomini di Capone. L’indagine ha anche svelato un vasto traffico di cocaina e hashish a Caserta, gestito da Agostino Capone, che voleva diventare unico referente per il clan, ma non vi è riuscito in quanto non è stato in grado di pagare le partite di droga acquistate dai fornitori dell’agro-aversano e del Parco Verde di Caivano, tanto da essere prelevato da casa sua e portato in una località sconosciuta fino al pagamento di parte del debito.