Capua. L’ultima conferma ai sospetti della Dda è arrivata dalla voce dell’allora primo cittadino. Era intercettato, ma non poteva saperlo. La sua auto era, infatti, imbottita di cimici in quella primavera del 2016 che per lui doveva essere quella da vivere dietro le quinte, dopo oltre un decennio vissuto alla guida della città.
Il ruolo di Carmine Antropoli non è stato però da comprimario in quella campagna elettorale. E proprio dietro le quinte si è consumato un episodio che lui stesso ha definito “spiacevole”. Lo ha fatto in un dialogo intercettato con la sua compagna, l’esponente forzista Lucrezia Cicia (anche lei indagata oggi per voto di scambio in un altro procedimento, ndr), avvenuto all’interno dell’auto del chirurgo del Cardarelli. E’ proprio l’ex primo cittadino che svela i retroscena dell’ormai famoso incontro avvenuto nel suo studio ed al quale erano presenti anche Francesco Zagaria e Mezzero (non indagato, ndr), oltre a Giuseppe Di Lillo, vittima dei fatti. E’ lui l’uomo schiaffeggiato da “Ciccio ‘e Brezza” e convinto a ritirare la candidatura per favorire Marco Ricci.
“E’ successo un fatto spiacevole, sai?” esordisce Antropoli spiegando, con voce sinceramente dispiaciuta (come confermeranno le stesse scuse fatte a Di Lillo, ndr) il tutto alla compagna. Nel resto dell’intercettazione acquisita agli atti c’è anche una frase ancora più chiara: “Franco voleva picchiare Lino”. Gli investigatori però sono già sulla pista giusta ed hanno già gli strumenti per monitorare un altro incontro nello studio di via IV Novembre: un summit di preparazione alla campagna elettorale, al quale però Di Lillo non si presenta. La macchina della giustizia che porterà due anni dopo Antropoli e Zagaria in carcere è però già partita.