Santa Maria Capua Vetere. “Sono sempre più preoccupanti gli episodi che mettono in luce le difficili condizioni di lavoro in cui sono costretti a lavorare le donne e gli uomini del Corpo di polizia penitenziaria all’interno degli istituti penitenziari italiani; da ultimo, un’aggressione da parte di un detenuto nei confronti di un agente nel carcere palermitano Ucciardone”
Lo afferma, nella sua interrogazione in commissione, l’Onorevole di Fratelli d’Italia Carmela Ella Bucalo che ha portato alla luce il caso di un agente in servizio presso il penitenziario di Santa Maria Capua Vetere che sarebbe impiegato in mansioni di «addetto al servizio di manutenzione giardinaggio/agricola», conducendo mezzi agricoli e svolgendo personalmente attività agricole e giardinaggio che dovrebbero essere svolte dai detenuti cosiddetti «lavoranti».
Tale caso era stato segnalato anche dal sindacato – afferma Carmine Olanda, Segretario Generale del SIPPE (Sindacato Polizia Penitenziaria) – ma il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, a cui avevamo inviato la segnalazione, non sembra abbia raccolto le nostre lamentele visto che il poliziotto, nonostante la carenza di personale ed il sovraffollamento del carcere di Santa Maria Capua Vetere, continua a svolgere mansioni non previste dall’articolo 5 della legge n. 395 del 1990 che cristallizza i compiti istituzionali degli appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria.
Il caso dell’agente impiegato in mansioni non proprie, lascia presupporre – afferma Olanda – che oltre alla grave carenza del personale nelle carceri italiane, vi è anche una cattiva gestione dello stesso come oltretutto evidenziato anche dal deputato interrogante Bucalo il quale dichiara in via generale che la carenza di personale, la scorretta gestione dello stesso, le continue aggressioni dei detenuti nei confronti degli agenti, la scarsa salubrità dei posti di servizio e il sovraffollamento delle carceri, costituiscono un grave problema per l’ordine e la sicurezza delle carceri, costringendo il personale penitenziario a lavorare in condizioni disumane.
Le condizioni delle carceri italiane sono disastrose – conclude Olanda – i poliziotti sono costretti a lavorare oltre l’orario previsto, rischiando la loro vita ed il posto di lavoro, come il caso di un agente nel carcere di Messina che, dopo molte ore di lavoro straordinario, rischia un procedimento disciplinare e penale per il suicidio di un detenuto.
L’onorevole Bucalo, nella sua interrogazione chiede infine al Ministro quali iniziative abbia adottato, o ritenga di adottare, al fine di garantire negli istituti penitenziari italiani un’adeguata dotazione di poliziotti penitenziari e una corretta gestione del personale stesso; in che modo intenda intervenire per fronteggiare nell’immediato il problema legato alle aggressioni dei detenuti nei confronti del personale penitenziario e se ritenga necessario, vista l’escalation delle aggressioni, dotare il corpo di polizia penitenziaria del Taser già in uso alle altre forze di polizia.