Pedofilo ucciso, un video può scagionare Nasta: “Ero ad Acerra quella sera”

San Felice a Cancello. Colpo di scena nell’indagine sull’omicidio di Giuseppe Matarazzo, il pastore accusato di essere un pedofilo e ucciso nel luglio scorso a Frasso Telesino. Dopo la conferma da parte del tribunale del Riesame della misura cautelare del carcere i due indagati, Giuseppe Massaro e Generoso Nasta, arriva la svolta.

 

Il 30enne sanfeliciano – come rivela il sito “anteprima24” – è stato risentito dal pm e ha dichiarato che la sera dell’omicidio lui era ben lontano da Frasso Telesino, addirittura ad Acerra. Nasta avrebbe un alibi e anche una prova che può scagionarlo: ha infatti riferito che si trovava alle 19.30 in un negozio della città al confine con San Felice. L’attività è dotata dell’impianto di videosorveglianza ed è stata chiesta l’acquisizione del filmato.

 

Inoltre, sempre dall’interrogatorio, è emerso l’identikit di un uomo molto somigliante a Nasta e che frequenta assiduamente Massaro, l’altro indagato. I due restano reclusi a Benevento, ma per il 30enne sanfeliciano potrebbe essersi aperta una nuova strada, in grado di delineare anche uno scenario differente rispetto a quello emerso nel blitz del mese scorso.

 

Il pastore di 45 anni di Frasso Telesino fu ucciso con due colpi di pistola lo scorso 19 luglio, dinanzi alla sua casa. I attualmente reclusi per il delitto, sarebbero, secondo la Procura, gli esecutori e la ‘prova’ viene fuori anche da indagini patrimoniali fatte dai carabinieri del comando provinciale secondo le quali sarebbero stati pagati per l’omicidio alcune migliaia di euro. Matarazzo aveva scontato una condanna a 11 anni e 6 mesi in quanto responsabile di abusi su una quindicenne che il 6 gennaio del 2008 si tolse la vita impiccandosi ad un albero.

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