Operatore ecologico da reintegrare, il Comune alla ditta: “Fa parte della pianta organica”

Capodrise. Nonostante una sentenza favorevole del tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’odissea degli operatori ecologici del cantiere del Cite continua.

Stiamo parlando dell’azienda che si occupa della raccolta rifiuti a Capodrise, Recale e San Marco.

In questi giorni alcuni di questi ragazzi hanno anche cambiato il legale. Hanno revocato l’incarico all’avvocato Dario Abbate, grazie al quale avevano vinto la causa, e si sono affidati a Michele Marra.

 

I lavoratori vogliono vedere riconosciuti i loro diritti, non solo le spettanze arretrate ma anche il ripristino del rapporto di lavoro a tempo indeterminato, così come ha scritto il giudice nella sentenza.

Nei nuovi fascicoli protocollati in tribunale da Marra ci sono anche i riferimenti a sentenze precedenti che non ammettono scappatoie né per l’azienda e né per gli stessi comuni.

I lavoratori devono essere inseriti nella pianta organica del cantiere dell’Ente di riferimento.

Nel caso del capodrisano Francesco Gaglione, detto Cipolla, il comune di Capodrise con il dirigente preposto all’ecologia Volpe ha protocollato un atto lo scorso martedì con il quale si invita il Cite a rispettare la sentenza e ad ottemperare gli obblighi.

Si legge nell’atto: “Sussiste la responsabilità solidale nell’ambito dell’appalto di opere o servizi a carico del committente per i crediti remunerativi vantati dai lavoratori dipendenti verso il datore di lavori appaltatore…

Decorsi i 15 giorni questo ufficio provvederà, nel rispetto della normativa vigente, a trattenere le somme spettanti per l’espletamento del servizio fino alla concorrenza retribuzioni dovute al lavoratore dal 9 ottobre 2018″.

In pratica con questo atto il Comune riconosce il lavoratore come effettivo ed appartenente alla pinta organica del cantiere capodrisano.

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