Giugliano/Acerra/Teverola. Undici anni e sei mesi di reclusione: è questa la pesante richiesta fatta dal pubblico ministero per i tre carabinieri infedeli, nel corso della requisitoria di ieri mattina presso il tribunale di Napoli Nord. Alla sbarra ci sono Castrese Verde, Giuseppe D’Aniello e Amedeo Luongo, residenti tra Quarto, Teverola e Acerra, ma in servizio presso la compagnia di Giugliano. I militari – due sottufficiali e un appuntato – sono accusati di aver inscenato un’indagine paventando addirittura la possibilità di un attentato al centro commerciale solo per ricevere un encomio.
Nel corso della requisitoria il pubblico ministero ha ripercorso le fasi dell’inchiesta a partire da quando i tre carabinieri hanno arrestato un extracomunitario accusandolo falsamente di custodire armi clandestine e ventilando l’ipotesi di un suo coinvolgimento in attività terroristiche di rilievo internazionale. E lo avrebbero fatto, appunto, solo per ottenere un riconoscimento. I reati ipotizzati sono il falso ideologico, la calunnia e la detenzione e il porto illegale di armi clandestine.
Il caso scoppiò nel giugno scorso quando uno straniero venne fermato dai tre imputati e condotto in caserma con la falsa accusa di custodire armi, in particolari due pistole, per finalità terroristiche; il pm di Napoli Nord, informato del fatto, ordinò l’immediata liberazione dell’immigrato. Quarantotto ore dopo, per i tre militari arrivò il provvedimento di carcerazione.
Numerose le intercettazioni realizzate dai finanzieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura, ma anche i servizi di appostamento; la situazione è precipitata con l’arresto inventato di sana pianta dell’extracomunitario, che ha aggravato il quadro accusatorio a carico dei tre militari.
(nella foto Amedeo Luongo e Giuseppe D’Aniello)