Maddaloni/Casagiove/Caivano. La Direzione Distrettuale Antimafia arriva ad un punto cruciale nell’intricata indagine che si muove intorno alle figure di Pasquale Fucito, il ras dello spaccio del Parco Verde, e il carabiniere infedele di Casagiove, nonchè suo amico, Lazzaro Cioffi. In queste ore il pm Maria Di Mauro ha infatti firmato il provvedimento di chiusura delle indagini nei confronti di 23 persone: tra i coinvolti nell’inchiesta che ad aprile portò ad un maxi blitz ci sono appunto i due, oltre alla moglie di Cioffi, la maddalonese Emilia D’Albenzio.
Proprio sul rapporto tra Fucito e Cioffi verte una parte sostanziale dell’inchiesta e anche la deposizione di un collaboratore di giustizia, risultato poi essere decisivo ai fini dell’indagine, che, nell’interrogatorio reso alla Dda di Napoli, il 15 ottobre scorso, rivelò di un consiglio che Cioffi forniva all’amico “Shrek”, questo il soprannome di Fucito, per evitare la detenzione in cella. In particolare il militare avrebbe detto al ras di iscriversi al Sert e di fare una visita psichiatrica in modo da tenere in mano elementi validi per la scarcerazione in caso di arresti.
I consigli riguardavano però anche la vita che “o’ marziano” conduceva nel Parco Verde: “Fucito non sta comprando più macchine le sta noleggiando – riferì Lollo – Fu Pasquale a dirmi che Marcolino gli aveva consigliato di noleggiare e non di
comprare”. Il ras però aiutò Cioffi anche dopo il fallimento economico del locale inuagurato nella sua Casagiove.”
“Marcolino – prosegue il verbale – si era aperto un ristorante a Caserta Nord e gli aveva chiesto di portargli un po’ di clientela, avevo già capito che i rapporti tra Pasquale Marcolino erano buoni. Siamo andati a mangiare una decina di volte con le famiglie da Marcolino: nel ristorante c’era sempre lui o la figlia e la moglie. Poi il ristorante andava male come mi disse Pasquale e gli propose l’acquisto. Ricordo in particolare a novembre del 2015 un giorno ero a casa di Fucito; Pasquale mi disse che nell’arco di 2 settimane doveva dare 60.000 euro a Marcolino perché aveva dei problemi economici”.
“Il periodo è quello di Natale 2015. Pasquale mi disse che glieli doveva dare ma che Marcolino aveva detto che glieli avrebbe restituiti a gennaio 2016. Pasquale mi disse che gli aveva detto che non voleva nessuna restituzione, glieli regalava. Nell’occasione però Pasquale rivolgendosi a me disse “Siccome lavoriamo insieme 50.000 euro li metto io e 10.000 li metti tu. I 60.000 era stati raccolti da Pasquale in quest’ordine: 25.000 erano stati dati dalla madre di Pasquale, dal fratello Mimmo e dall’altro fratello Giovanni, 25.000 lo stesso Pasquale e 10.000 li avevo messi io. Pasquale mi diceva sempre che in questo modo stava tranquillo perché Marcolino ‘aveva un occhio di riguardo’ ovvero se c’era un blitz o una perquisizione lo avvertiva sempre. lo gli diedi 10.000 euro che ovviamente avrei fatto in modo di recuperare nelle vendite che gli facevo. Ricordo anche che dopo quest’episodio dei 60.000 euro, quindi nel corso del 2016, un giorno Pasquale mi disse che Marcolino lo aveva avvisato che il giorno successivo alle 16.30 sarebbero a fargli una perquisizione e quindi di farsi trovare pulito.”
Cioffi sapeva che presto lo stesso Fucito sarebbe finito per essere coinvolto in un’operazione e quindi consigliò di iscriversi al Sert e farsi fare la visita psichiatrica.