Nome e dettagli. Pizzo di Natale, le frasi choc. Spunta un’altra ordinanza

L’aggiornamento

Il giorno 26.12.2018, in Aversa e Teverola (CE), i Carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa hanno eseguito un provvedimento emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari di Napoli, nell’ambito di attività coordinata dalla Procura della Repubblica-Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di due soggetti appartenenti al clan dei Casalesi – gruppo Di Tella.

Le investigazioni, condotte con metodologie tradizionali a seguito delle dichiarazioni rese da parte delle persone offese alla Polizia Giudiziaria operante, hanno permesso di acquisire gravi elementi indiziari a carico degli indagati, ritenuti dal GIP in sede cautelare responsabili di un tentativo di estorsione, commesso nello scorso mese di novembre, in danno dei titolari di un’impresa edile con un cantiere attivo nel territorio del comune di Teverola. Nell’ordinanza cautelare il reato è stato ravvisato nella forma aggravata dal metodo mafioso, consistente nell’intimazione di “mettersi a posto”, rivolta da Antonio BARBATO e dal suo complice agli imprenditori estorti.

E’ importante sottolineare che il Barbato è una persona nota a Teverola e zone limitrofe per i suoi trascorsi criminali, in quanto è stato già condannato due volte nel 2010 e 2015 con sentenze divenute irrevocabili per gravi reati estorsivi, commessi anche con l’uso di armi, nonché per partecipazione all’associazione di tipo mafioso del clan dei Casalesi, gruppo Di Tella, tradizionalmente vicino alla fazione Schiavone del clan camorristico. 

Il Barbato, per effetto delle due sentenze citate, ha espiato una pena complessiva di sette anni e sei mesi di reclusione, poiché gli veniva riconosciuto il regime della continuazione tra tutti i reati contestati, per cui veniva liberato il 14 aprile del corrente anno. Ebbene, come già era accaduto all’atto di una sua precedente scarcerazione nel 2013, l’indagato, pochi mesi dopo essere tornato libero, riprendeva a porre in essere condotte delittuose di analoga natura delle precedenti, tempestivamente arrestate dall’intervento degli inquirenti.

 

Le generalità complete dei destinatari del provvedimento del GIP sono:

–         BARBATO Antonio nato a Caserta il 19.4.1976, destinatario di ordinanza impositiva della custodia in carcere;

–         LUCCA Carmine nato ad Aversa (CE) il 31.7.1970, destinatario di ordinanza impositiva del divieto di dimora nelle province di Caserta, Napoli e Latina.

 

Il primo lancio

Cesa. Pizzo per il clan, arrestato il giorno di Natale. È un’attività incessante che non si ferma nemmeno nelle ore della festa quella che portando i carabinieri del reparto territoriale di Aversa a scagliare una vera e propria offensiva al business prediletto del clan.

 

Nelle scorse ore i militari dell’Arma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 42enne di Cesa. L’uomo è accusato di aver chiesto la tangente ad un costruttore di Teverola. Secondo la ricostruzione della Dda di Napoli avrebbe agito per nome e per conto dei Casalesi. Nel provvedimento siglato dal GIP e notificato dagli uomini della Benemerita l’accusa è di estorsione aggravata dal metodo mafioso.

 

Il blitz segue l’operazione che nel weekend ha portato al fermo di tre persone per un’estorsione da oltre duemila euro ad una concessionaria di San Marcellino.

 

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