Disastro Lea, ecco i dati choc Arpac: sforamenti fino a 54 volte il limite consentito

Marcianise. Le premesse non erano certo delle migliori. E in effetti i dati dell’Arpac ora disponibili hanno fatto emergere un quadro allarmante. Sforamenti fino a 54 volte la soglia consentita per diossine e furani, 23 per i policlorobifebili: sono questi alcuni dati del dossier dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale in merito all’incendio della Lea, avvenuto lo scorso 26 ottobre, nella zona industriale di Marcianise, a pochi metri dal confine con Caivano.

 

Sono due i rapporti resi noti in questi giorni che attengono ai prelievi effettuati in due terreni distinti due settimane dopo il rogo; uno sito era a 1400 metri dall’epicentro del disastro, l’altro a 1700, ma in direzione del vento. In quest’ultimo i valori per la sommatoria di diossine e furani sono “appena” triplicati, mentre altri, come i policlorobifebili sono nei limiti. La situazione disastrosa riguarda i rilievi fatti nel terreno più vicino con il picco della sommatoria di diossine e furani che presentano un livello di concentrazione di 54 volte superiore al livello soglia.

 

Fiamme appicate nonostante il sequestro

 

Quel rogo in cenere i cumuli di rifiuti, anche umidi, presenti all’interno del capannone. Quando venne appiccato l’incendio, la Lea era sotto sequestro da qualche giorno perché la proprietà non si era mai adeguata all’ordine emesso dal Comune di rimuovere i rifiuti accumulatisi da mesi e mai smaltiti.

 

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PRIMO RAPPORTO ARPAC

SECONDO RAPPORTO ARPAC

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