Marcianise. Sono autentici fulmini i primi verbali di interrogatorio resi da Giuseppe Grillo, nipote dell’imprenditore Angelo e da circa due settimane collaboratore di giustizia. Deposizioni fiume che ridisegnano non solo il business dello spaccio a Marcianise, ma soprattutto i rapporti di forza tra clan, sfatando definitivamente un tabù: la fedeltà assoluta ai Mazzacane e soprattutto la loro egemonia, ormai scalfita pesantemente in diversi affari.
Lo stesso “Pallino”, nell’interrogatorio svoltosi lo scorso 23 novembre davanti al pubblico ministero della Dda Luigi Landolfi e depositato nell’ultima udienza del maxi processo Unrra Casas, non ha alcun problemi a definirsi “un affiliato del clan Letizia”, e quindi della famiglia più vicina ai Quaqquaroni, gli storici rivali dei Belforte. Frasi che hanno fatto sobbalzare dalla sedia chi ha da sempre visto nei Grillo tout court un caposaldo dell’economia dei Mazzacane. Ma Giuseppe Grillo non è l’unico nome eccellente che negli ultimi anni ha cambiato sponda criminale.
“Alla fine del 2013 fui arrestato e ristretto ai domiciliari per la vicenda della turbativa d’asta di mio zio Angelo Grillo. Mentre mi trovavo agli arresti domiciliari agli inizi del 2014 – spiega Grillo – venne a casa mia Aniello Bruno che conoscevo in quanto nel 2004 anche lui vendeva droga per conto di Michele Froncillo, il quale mi disse che si era affiliato al clan Letizia e insieme a Primo Letizia gestiva la piazza di droga a Marcianise. In quella stessa occasione mi disse che lui si era affiancato a Primo Letizia quando aveva saputo che il clan Belforte e in particolare Felice Napolitano detto capitone era il responsabile dell’omicidio di suo padre.
“Quando nel 2014 fui scarcerato, con Nacca detenuto per un definitivo e Santoro e Russo reclusi, io iniziai a operare e a spacciare droga per conto di Aniello Bruno, Primo Letizia e Giovanni Pontillo. Io divenni un vero e proprio affiliato del clan Letizia, per il quale sono stato dedito quasi essenzialmente all’attività di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti ma in qualche occasione che poi indicherò ho accompagnato esponenti del clan nel ritiro dei ratei estorsivi.” conclude Grillo nell’interrogatorio reso al pm Landolfi.
I primi contatti con i Piccolo-Letizia sono però addirittura del 2012: “Parlai direttamente con Antonio Nacca che era ristretto agli arresti domiciliari e mi disse che era un affiliato al clan Letiia e che per conto di Letizia gestiva la piazza di fumo in Marcianise e quindi tutti quelli che vendevano fumo avrebbero a Marcianise dovuto acquistare direttamente da lui, senza potersi più rifornire da altri, io pertanto mi accordai con lui che avrei acquistato hashish al prezzo di 330 euro a panetto di 100 grammi che avrei dovuto pagare in contanti e inoltre dovevo consegnare la somma di 100 euro a settimana che era destinata al mantenimento degli affiliati del clan Letizia che si trovavano in carcere”