Vesuvio e città pericolose: “Lavoriamo per alternativa a scenario peggiore”

Regionale. L’ultimo sciame sismico verificatosi alle falde del Vesuvio ha riproposto in maniera prepotente il tema dei rischi legati alla presenza del vulcano. A Napoli se ne era discusso anche durante  la conferenza internazionale sul tema: “Resilienza e sostenibilità delle città in ambienti pericolosi” organizzata nel Circolo Ufficiali della Marina Militare e nella Sala dei Baroni, al Maschio Angioino.

 

L’iniziativa, alla quale sono intervenuti tra gli altri docenti e ricercatori Flavio Dobran, Grazia Paolella, Giuliano Panza, Antonio Formisano, Maurizio Indirli “parte dalla consapevolezza che le città possono concentrare il rischio di catastrofi non solo a causa dell’aggregazione di persone, infrastrutture, risorse, espansione e gestione inadeguata, ma anche per gli ambienti pericolosi circostanti”.

 

Sul lungo termine l’obiettivo, come ribadito anche dalla nota di presentazione è quello di “Lavorare in sinergia, in modo significativo, costruttivo per la promozione della resilienza – rileva la nota – richiede l’apporto di più risorse professionali che abbiano il comune intento di inseguire, realmente, l’obiettivo dello sviluppo della sostenibilità, per la costruzione di una vita, che rinunzi al fatalismo, al pressappochismo, alla miopia che solo riesce ad intravedere cupi e disastrosi scenari di fuga e di deportazione di massa di intere popolazioni, come soluzione estrema di fronte al verificarsi di un’eventuale eruzione più o meno violenta e distruttiva del Vesuvio”.

L’ultima scossa

L’ultima e lieve scossa di terremoto è stata registrata nell’area del cratere del Vesuvio alle 00.42 dello scorso dicebre di magnitudo 2.4 con ipocentro a una profondità di un 1,63 Km. ‘‘Tutti i parametri monitorati al momento non mostrano anomalie” spiegò la direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, Francesca Bianco.

 

 

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