Caserta. A tradirlo è stato un cellulare. Non come spesso succede per un messaggio inviato su una chat o una cella che si aggancia durante una telefonata e svela tutto. Pasquale Attanasio, 24 anni, sapeva di ormai le ore contate: il passo falso che ha messo in fuori gioco il giovane di Pianura e la sua banda è avvenuto pochi istanti prima di quella drammatica fuga che si sarebbe poi conclusa con la morte del brigadiere Emanuele Reali.
Lui e un complice erano stati avvistati a un bar di via Ferrarecce dai carabinieri che già dalla mattina stavano setacciando il rione Acquaviva e la zona della stazione dopo il raid avvenuto al Parco La Selva in mattinata. Per sfuggire alle forze dell’ordine la coppia ha dimenticato però un cellulare sul tavolo del bar dove avevano provato a confondersi tra la folla.
Un telefonino di poche decine di euro, senza chat nè navigazione abilitata. Un cellulare del genere viene usato quasi esclusivamente dai malviventi (spesso pusher) per non essere intercettati. E’ stato il primo tassello per mettere le mani sui quattro componenti della banda. L’ultimo pezzo del puzzle è statao incastrato al posto giusto ieri sera quando Attanasio si è presentato in via Laviano col suo avvocato: sapeva che si trattava ormai di ore per la sua cattura e ha preferito consegnarsi. Alle 2 di notte aveva già lasciato la caserma in direzione del cacere di Santa Maria Capua Vetere.
I carabinieri lo hanno stato sottoposto a fermo, su disposizione della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere per i reati di furto in abitazione, resistenza a pubblico ufficiale e morte come conseguenza di altro reato. Oggi sono previsti i solenni funerali del vicebrigadiere, alle ore 15 nel comune di Piana di Monte Verna. Annunciate le presenze del ministro della Difesa, Trenta, e del comandante generale dell’Arma, Nistri.