SANTA MARIA CAPUA VETERE, Definitivamente chiusa l’area demaniale alle spalle della ex caserma Mario Fiore che ospiterà a breve tutto il settore civile del tribunale di santa Maria che sarà destinata a parcheggio a servizio degli uffici giudiziari con ingresso da viale Kennedy ed uscita da via dei Ramari. A nulla sono servite le proteste di tutti coloro che svolgevano attività sportive nell’area, lo sport deve traslocare o meglio emigrare in altri comuni a causa della carenza di spazi disponibili. E così santa Maria perde anche quel poco di sport che poteva offrire ai ragazzi (calcetto, scuola calcio, palestra judo e così via). Maiora premunt ed il Tribunale innanzitutto.
Dopo il trasferimento della Presidenza del tribunale, degli uffici del GIP e del GUP nel palazzo san Carlo (?) ex Municipio storico di via Cappabianca, (completamente mutata la viabilità e la sosta per motivi di sicurezza nella zona), ora si attende solo il trasferimento del civile e dei giudici di pace nella ex Mario Fiore (non prima della scadenza del contratto di fitto degli immobili di proprietà Cosentino) ed il passaggio della sezione lavoro ed altri uffici nell’ex istituto Cappabianca.
Infatti, nei progetti del Ministero vi è la volontà di abbandonare tutte le sedi giudiziarie ospitate in strutture private e trasferirle in immobili di proprietà dello Stato e nel corso delle ultime riunioni si è anche parlato dell’inserimento in questo progetto dell’ex casa circondariale di piazza san Francesco (ex sede della facoltà di lettere della università “Luigi Vanvitelli”) e della caserma “Pica” che un domani, non si sa quando, potrebbe ospitare tutto l’attuale tribunale che, come si sa, è di proprietà del comune e mai il ministero potrebbe stanziare fondi per lavori su immobili non di sua proprietà. Una situazione, questa, quanto mai in evoluzione con gli avvocati (almeno una parte) sul piede di guerra, con la endemica carenza di personale e di magistrati e con una edilizia giudiziaria che finalmente si avvia ad una razionalizzazione ed al miglior utilizzo delle strutture disponibili.
ANTONIO TAGLIACOZZI