Marcianise. Nessun rapporto con gli altri detenuti e niente momenti di socialità fino alla primavera del 2019. Confermate le misure restrittive nei confronti del boss Salvatore Belforte, tornato ad essere un detenuto semplice dopo aver perso i privilegi dello status di collaboratore di giustizia, a seguito dell’inchiesta sulla morte di Maria Gentile, ritenuta l’amante di suo fratello Domenico.
Nei confronti del capoclan dei Mazzacane (ora ex pentito) è stato infatti ordinato infatti l’isolamento diurno per un anno e mezzo, ma Belforte finirà di scontare la pena nella primavera del 2019 visto che l’ordinanza della Corte di Assise di Napoli era stata eseguita nei suoi confronti già un anno fa. Si tratta di una pena accessoria alla condanna per l’ergastolo inflitta per un omicidio di camorra.
Il collegio difensivo di Belforte aveva proposto ricorso in Cassazione evidenziando il mancato scorporo delle pene per reati satellite contenute nel provvedimento di cumulo. Il ricorso è stato considerato infondato dai giudici della Suprema Corte. “Il provvedimento, che non ha scomputato i periodi di detenzione già espiati in relazione a pene temporanee irrogate precedentemente, risulta conforme al citato principio e pertanto immune da censure” scrivono gli ermellini della Settima Sezione Penale nelle motivazioni depositate due giorni fa. Belforte è stato anche condannato al pagamento delle spese processuali e al veramento della somma di tremila euro.