Report-Juve, all’interno il servizio completo. Le chat coi calciatori e il tesoro dei bagarini

Nazionale (Alessia Aulicino). Dalle chat con Bonucci alle presunte richieste alla curva di Fabio Cannavaro. Dalla vergogna degli striscioni su Superga passati con la complicità del capo della sicurezza al milione di euro guadagnato col bagarinaggio. Dai rapporti con la ndrangheta dei capi ultras fino alla misteriosa morte dell’ex Drughi e collaboratore della Juve Raffaello Bucci.

Business anche nella stagione in corso

Le inchieste, i processi e le condanne non hanno fermato il bagarinaggio dei biglietti per le partite della Juventus, con episodi che si sono verificati anche poche settimane fa, nella stagione in corso: è quanto è emerso questa sera nel corso della trasmissione tv “Report”, dedicata ai rapporti fra tifoseria organizzata, dirigenza bianconera e boss della ‘ndrangheta, durante l’intervista a un ex ultras, Bryan Herdocia, soprannominato ‘Lo Squalo’. Al giornalista che gli chiedeva se i Drughi, un gruppo di tifosi organizzati delle Juve, avessero continuato a fare bagarinaggio fino alla fine dello scorso anno, Herdocia ha risposto “certo”.

Sullo schermo è comparsa una chat da cui si ricava che per Tottenham-Juve del 3 marzo (ottavi di Champions) sono stati venduti “a 250 sterline biglietti che ne costavano 35“. Secondo quanto rivelato dalla trasmissione, biglietti sono stati venduti per Juve-Lazio del 28 agosto e per Valencia-Juve del 18 settembre. “Quando ho piazzato i biglietti nel 2015 fuori dal Bernabeu – ha aggiunto Herdocia – il tipo che me li dava era nervoso perché c’era un aereo in ritardo. Andò in tilt. ‘Tu non sai’ disse ‘di chi sono questi biglietti, tu non sai a chi vanno. Se non arrivano in tempo e non pagano, qui finisce male‘”.

La morte di Bucci: “Era terrorizzato”

Raffaello Bucci, l’ex ultras della Juventus morto il 7 luglio 2016 dopo essere caduto da un viadotto a Fossano (Torino), si suicidò dopo essere stato malmenato per una questione di soldi legata al bagarinaggio dei biglietti. E’ la tesi discussa questa sera nel corso della trasmissione Report (RaiTre) che ha analizzato i rapporti fra tifoseria organizzata, dirigenza bianconera e ‘ndranghetisti. Secondo quanto è stato detto, i suoi interlocutori potrebbero avergli minacciato il figlio. Sulla morte di Bucci (che nel 2015 aveva cominciato a collaborare con la Juventus come supporter liason officier) la procura di Cuneo ha da tempo in corso un’inchiesta. Durante la puntata sono stati mostrate delle ricevute “tutte vincenti” di giocate al lotto (in un tabaccaio di Cuneo) e di Gratta e Vinci. In un giorno risulta che il possessore abbia vinto 2.111 euro, e 200 mila euro in quattro anni.

L’autore del servizio ha spiegato che potrebbe trattarsi dell’applicazione di un “sistema brevettato dalla ‘ndrangheta” per “lavare i soldi”. Placido Barresi, boss della ‘ndrangheta a Torino, già condannato all’ergastolo, ha riferito al giornalista che nella questione del bagarinaggio “mica entrano solo i Dominello, entra tutta la Calabria unita“. E’ lui a ipotizzare che da Bucci “volevano i soldi indietro“. Se è così, è possibile che l’ex ultras sia stato percosso da gente che poi hanno minacciato suo figlio. La stessa conclusione si ricava dalla telefonata (fatta ascoltare nel corso del programma) di Alessandro D’Angelo, capo della security, al calciatore Bonucci, di cui sono state mostrate delle chat con un tifoso: “ieri mattina era andato a Palazzo di Giustizia (per essere interrogato dai pm – ndr). Ne è uscito sconvolto. Ha avuto paura. Perdonatemi, diceva. Ma non aveva paura di noi“.

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