Achille Tarallo, la tamar-tamar land napoletana

Cinema. È vero, è solo una commedia-musical sgarrupata, grottesca e tamarra, una tamar-tamar land in salsa napoletana, un film matto, ma Achille Tarallo di Antonio Capuano, con Biagio Izzo, Ascanio Celestini e Tony Tammaro alla fine ti prende per freschezza, colori e personaggi.

Il film, in sala dal 25 ottobre in 90 copie con Notorious Pictures, ha come protagonista un autista di autobus di Napoli, Achille Tarallo (un bravissimo Biagio Izzo), circondato da una grande e rumorosa famiglia, moglie e tre figli, e con tanto di generosa amante maggiorata. Ora, chiamarlo solo un autista di autobus sarebbe offensivo, perché Achille è anche un singolare cantante neo-melodico che però odia cantare in napoletano (“la canzone napoletana è una grande zoccola” dice).

Il suo sogno, infatti, è essere Fred Bongusto. Con il suo amico Cafè (Tony Tammaro) ha formato un duetto musicale che canta ai matrimoni che gli procura il confuso e logorroico impresario Pennabic (Ascanio Celestini), proponendo ai novelli sposi un repertorio detto ‘Tamarro Italiano’. Questi tre poveracci, Achille Tarallo, Cafè e Pennabic, pieni di autentica voglia di stare nel mondo dell’arte, sono in realtà tre poveri diavoli dalle sincere aspirazioni artistiche, che vivono in un quartiere popolare di Napoli dove anche la vita ordinaria, come diceva Eduardo De Filippo, è sempre teatro.

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