
Capua. È stato un vero successo l’evento tenutosi sabato 18 ottobre al Teatro Ricciardi di Capua dedicato alla presentazione del libro di Carmine Antropoli “Dal Volturno al Tevere al Nilo – Storia umana e di malagiustizia”.
L’incontro ha costituito una preziosissima occasione per ascoltare la testimonianza di una storia che ha devastato la vita dell’autore, diventata poi un diario in cui annotare sentimenti, delusioni, momenti di disperazione di un periodo di detenzione carceraria, iniziata con l’arresto avvenuto il 4 febbraio 2019 e che vive una prima svolta il 3 giugno del 2019, quando il GUP ha modificato la misura cautelare concedendo gli arresti domiciliari. Il sigillo finale è stato dato tre anni dopo, in data 5 settembre, dalla Corte di Assise di appello con l’assoluzione, divenuta poi definitiva il 25 maggio 2024.
In un teatro Ricciardi gremito da amici, parenti, colleghi, pazienti, simpatizzanti politici e liberi cittadini la presentazione di un libro per non dimenticare l’ingiustizia subita, in un dibattito con la giornalista Marilù Musto, il professor Giovanni Valletta, l’avvocato Mauro Iodice. Gli interventi dei singoli sono stati poi intervallati da alcune delle intense pagine del diario lette da Erennio De Vita, accompagnate da lunghi scrosci di applausi. Recensione di Angela Barbieri, avvocato e scrittrice.
“ Un messaggio forte che mira a scuotere coscienze. Una testimonianza che deve far riflettere per poter cambiare un sistema che attualmente penalizza innocenti”.
Il pubblico delle grandi occasioni ha voluto esprimere la sua vicinanza, oltre che l’imperitura stima e il profondo affetto all’uomo che ha patito un’ingiusta detenzione, al professionista che ha sempre messo a disposizione di tante persone il suo servizio gratuitamente, al genio scientifico che ha registrato ben 15 brevetti e al politico di lungo corso, due volte consigliere provinciale e due volte sindaco di Capua, vista la nutrita presenza di tanti colleghi di partito e di coalizione.
Assenti all’evento, o almeno così è parso, tutti gli esponenti dell’attuale maggioranza consiliare capuana; un vero peccato, perché la presenza alla presentazione del libro – testimonianza di Carmine Antropoli di certo non si sarebbe prestato a retrointerpretazioni politiche. L’esserci all’evento del 18 ottobre avrebbe potuto rappresentare solo l’occasione utile per esprimere vicinanza all’uomo e forse anche gratitudine, da parte di qualcuno, al medico che più volte si è impegnato professionalmente a seguire, non per obbligo di servizio ma solo per privata e gratuita disponibilità, i percorsi sanitari angoscianti, travagliati e complessi personali o di qualche familiare.
“Scrivere queste pagine è stato un atto di coraggio e al contempo, una necessità. Una vicenda che ha scavato profondi solchi nell’anima, un episodio che pur essendo considerato secondario agli occhi della giustizia, ha stravolto la mia vita e quella delle persone a me care. Scrivere è stato un modo per dare voce a un’ingiustizia che rischiava di restare sepolta, per testimoniare che anche le storie apparentemente minori meritano ascolto e riflessioni. ” – dice Antropoli.
L’incontro, in cui non sono mancati momenti di commozione, ha ripercorso, con profonda introspezione dell’uomo ingiustamente recluso, le ansie, le notti insonni, la sofferenza per la lontananza dalla famiglia, le preoccupazioni per i tanti pazienti, la fede “che ritorna spesso nella pagine del diario, qualcosa di già radicato, ma che diventa sempre più solido e fermo”.
Emozionante anche la testimonianza di un’altra esperienza carceraria di uno dei compagni di cella di Carmine Antropoli. Nelson, questo il suo nome, ha voluto raccontare anche la sua storia e ringraziare pubblicamente il direttore UOC Chirurgia Generale ad Alta Specializzazione Gastroenterologica e Direttore di Dipartimento di Chirurgia Generale e della Salute della Donna dell’AORN Cardarelli di Napoli, carica oggi rivestita da Antropoli. La storia di Nelson vive una svolta dovuta proprio all’incontro tra quest’ultimo e il chirurgo che, sentito il racconto giudiziario, decide di aiutare lo stesso, affidandolo alla competenza e all’assistenza del noto avvocato Iodice. “Il dottor Antropoli non è entrato in carcare perché colpevole ma per venire a salvarmi” la vibrante dichiarazione di Nelson. Ora Nelson ha una casa, un lavoro, dei figli e la possibilità di guardare avanti.
Un libro da leggere con attenzione per riuscire a registrare le sensazioni e i sentimenti che Carmine, come è noto ai tanti, ha voluto trasmettere in questo intenso diario.
Ancora una volta Carmine Antropoli si riprende la scena, proprio su quel palco che lo ha visto protagonista in occasione di tante campagne elettorali e da cui Antropoli è uscito sempre vincitore. ( la foto è di Franco Pompeo Cucciardi)

