
MARCIANISE. Estorsione e violenza per debiti di droga: la Dda chiede complessivamente 34 anni di carcere
La Direzione Distrettuale Antimafia ha chiesto pene severe per tre imputati accusati di estorsione e aggressione a sfondo mafioso nell’ambito di un’inchiesta che ruota attorno al clan Belforte di Marcianise. Si tratta di episodi di minacce e violenza legati a presunti debiti di droga e tentativi di riaffermare il controllo criminale sul territorio.
Secondo la ricostruzione accusatoria, il pubblico ministero ha avanzato richieste complessive per 34 anni di reclusione: 13 anni e 6 mesi per Giovanni Anziano, figura storica del gruppo Belforte; 11 anni e 1 mese per Antonio Amoriello, suo nipote; e 9 anni e 5 mesi per Alessandro Del Prete, ritenuto coinvolto in un episodio di pestaggio ai danni di un artigiano. Il processo si sta svolgendo davanti al giudice Ciollaro del tribunale di Napoli, che ha fissato per l’11 novembre la discussione delle difese rappresentate dagli avvocati Nicola Musone, Angelo Raucci e Massimo Trigari.
Le indagini, coordinate dalla Dda, sono partite da una presunta richiesta estorsiva di 500 euro che sarebbe stata avanzata da Anziano nei confronti di un imprenditore edile. L’uomo, temendo ritorsioni, avrebbe cercato di prendere tempo, ma successivamente sarebbe stato intercettato da Amoriello che avrebbe preteso la consegna del denaro.
Nel fascicolo processuale emerge inoltre un secondo episodio di violenza, quello che riguarda il pestaggio di un artigiano di 45 anni, colpevole – secondo l’accusa – di non aver saldato un debito legato all’acquisto di sostanze stupefacenti. L’aggressione, per gli inquirenti, rientrerebbe in una strategia di intimidazione e di riaffermazione del potere del gruppo criminale sul territorio di Marcianise e dei comuni limitrofi.
Il procedimento proseguirà nelle prossime settimane con le arringhe dei legali prima della sentenza, che chiuderà un capitolo delicato dell’attività investigativa condotta contro le ramificazioni del clan Belforte.

