Skip to main content

Dipendente costretta a dormire su cassette di patate dopo 19 ore di lavoro

CELLOLE. Era qualcosa in più di una storia di caporalato. Si trattava di veri e propri maltrattamenti ai danni della loro dipendente. Così nei giorni scorsi il giudice monocratico del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Cesare ha emesso il suo verdetto condannando a un anno e quattro mesi di reclusione i due titolari di un’azienda agricola di Cellole. Gli imputati sono due coniugi della zona.

L’accusa, portata avanti dalla Procura e confermata in sede di primo grado, è quella di maltrattamenti. La vittima è una 50enne romena che lavorava come bracciante presso la loro azienda agricola. Erano previsti turni massacranti, anche di 19 ore consecutive pagati una miseria: appena 5 euro l’ora era la tariffa accertata dagli investigatori. La vita per la dipendente era simile a quella di una schiava degli Stati americani del Sud dei primi del Novecento.

La donna si lavava con una fontanella esterna, veniva spesso aggredita e soprattutto non poteva godere nemmeno di un alloggio. Dormiva infatti in un garage, con le cassette di patate a farle da materasso: dopo turni di lavoro che duravano dall’alba al tramonto un vero e proprio supplizio.