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Belfiore rilancia la sua azione: Ecco perché mi candido a ‘sindaca’

CAPODRISE. Arriva subito la risposta di Alleanza per Capodrise che rilancia ancora sul nome di Maria Belfiore, dopo l’annuncio di 15 giorni fa.

Ha deciso di metterci la faccia. Ed è pronta a metterci pure la mente, il cuore e il sorriso per trasformare Capodrise in una città diversa, migliore, degna del suo passato e proiettata al futuro. In un’affollata competizione, Maria Belfiore, candidata della lista “Alleanza per Capodrise”, rappresenta la vera novità della campagna elettorale. E non solo perché il 4 ottobre potrebbe diventare la prima sindaca nella storia della città.

Perché ha scelto di candidarsi?

“Non ci si imbatte per caso in una candidatura a sindaco; l’impegno per gli altri e la passione per la politica fanno parte della mia vita. Poi, ero stanca di assistere a una città alla deriva; un declino senza fine, di cui i primi a subirne sono i giovani, ai quali, ogni giorno, l’immobilismo e la rassegnazione rubano speranze e sogni. Uno dei miei avversari parla di ascolto: l’ascolto non può ridursi a uno slogan elettorale, men che meno appannaggio di chi si è mostrato sordo alle idee, alle proposte, agli stimoli provenienti della comunità; di chi ha contribuito a interrompere quel dialogo tra amministratori, partiti, associazioni e cittadini che a Capodrise non è mai mancato. Hanno “anestetizzato” ogni slancio sociale, ogni tentativo di accendere un dibattito pubblico, un confronto sui temi della città; l’ascolto è questione seria, è pratica quotidiana, è buon governo. So che le aspettative nei miei confronti e nella lista che stiamo formando sono altissime: non intendo deluderle! Nonostante la complessità del compito, sono convinta che il senso vero della politica è provare a migliorare le cose, la vita delle persone, volare alto”.

Cosa pensa di poter fare per Capodrise?

“Tanto per i giovani, per le donne, per le persone fragili. Per l’ambiente! Sono bravi a lamentarsi che mancano le risorse; però, i soldi per gli incarichi e le consulenze, quelli si trovano! Chi ha governato finora non si è interessato alla formazione professionale, non ha sostenuto l’iniziativa imprenditoriale; con tassi di disoccupazione così alti, si è permesso il lusso di non avere un’area produttiva, un piano urbanistico che restituisca un’identità chiara alla città (il Puc approvato nelle segrete stanze va ripensato: lo faremo in tempi brevissimi!), un progetto di rilancio del commercio. A Capodrise mancano un’isola ecologica, un centro di aggregazione, strutture polivalenti. Mancano persino le panchine, i cestini per la carta e le fioriere; quelle poche fioriere che c’erano le hanno tolte. Ci vogliono spenti e soli. Beh, io non ci sto! Ho intenzione di offrire ai miei concittadini un’alternativa. Non prometto cose irrealizzabili, ma le cose che servono davvero. E qualche progetto ambizioso su cui lavorare”.

Perché gli elettori dovrebbero votare lei?

“Ho sempre pensato che gli elettori sappiano votare. Rispetto le aspirazioni di tutti, ma nessun candidato a sindaco è nato ieri: ognuno di noi ha alle spalle una storia ed io ho sempre raggiunto i traguardi che mi sono posta. Poi, conosco i meccanismi della pubblica amministrazione: da dirigente scolastica, ho imparato a valorizzare i dipendenti pubblici, ad attrarre fondi e finanziamenti, a superare le pastoie burocratiche che frenano la crescita e lo sviluppo economico di un territorio. Dopo tanti anni di letargo, Capodrise deve darsi una scossa”.

Essere un candidato donna è un valore aggiunto?

“È una condizione non sufficiente; eppure, secondo me, necessaria per Capodrise. Noi donne abbiamo una maggiore capacità di cura: se guardiamo a come è stato ridotto il campo sportivo, le periferie, le strade, le piazze, c’è disinteresse e degrado ovunque! Le donne si prendono a cuore i problemi e li risolvono con sensibilità, empatia, intelligenza emotiva, una straordinaria forza di volontà. In tanti contesti, stiamo dimostrando di essere un’opportunità, un vantaggio competitivo, un valore, perché programmiamo in modo concreto e realistico il futuro. E poi Capodrise ha sempre avuto sindaci uomini. È tempo di cambiare!”.

 

Qualora sarà eletta, che sindaca sarà?

“Una sindaca fra la gente, che ama la sua città e che la faccia ripartire, sul piano economico, sociale e culturale. Il sindaco non è un commissario prefettizio: deve avere sempre la porta aperta, rispondere al cellulare, fermarsi in piazza e in strada per percepire gli umori della città. Un sindaco deve essere ottimista, deve crederci, deve sorridere! Creerò un filo diretto con i cittadini, le associazioni, i movimenti. Con me, il municipio non sarà più un palazzo blindato, ma la casa di tutti”.