
MARCIANISE. Nel 2019, R.S., residente a Marcianise, aveva preso in fitto un appartamento nella stessa città. Dopo alcuni mesi, il proprietario dell’immobile ha presentato querela, accusando l’inquilino di essersi appropriato indebitamente della fornitura d’acqua tramite un allaccio abusivo. La vicenda ha quindi dato origine a un processo penale, che si è svolto con il rito abbreviato.
La procura aveva chiesto una condanna per R.S. a otto mesi di reclusione, ritenendo provata la responsabilità dell’inquilino nel furto dell’acqua. Tuttavia, la difesa, rappresentata dall’avvocato Salvatore Gionti, ha sollevato alcune questioni procedurali durante il processo. Tali questioni sono state accolte dal giudice, che ha deciso di dichiarare il non doversi procedere nei confronti dell’imputato.
Questo esito ha di fatto salvato l’inquilino da una condanna penale, sottolineando l’importanza delle garanzie procedurali nel diritto penale e la necessità di un corretto svolgimento del processo per tutelare i diritti delle parti coinvolte.
Il caso di Marcianise si inserisce in un contesto più ampio di episodi simili, in cui si registrano denunce per furti di acqua o energia elettrica, fenomeni che spesso coinvolgono inquilini o gestori di attività commerciali. Tuttavia, ogni caso deve essere valutato singolarmente, con attenzione alle prove e al rispetto delle procedure giudiziarie.
In conclusione, la vicenda di R.S. dimostra come, anche in presenza di accuse gravi come il furto di acqua, il sistema giudiziario può garantire un esito giusto se vengono rispettate le norme processuali e i diritti della difesa.