
Marcianise.Un duro colpo al mondo del narcotraffico legato al clan Belforte. Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, terza sezione penale, ha emesso sentenze che complessivamente ammontano a 65 anni di reclusione nei confronti di vari imputati coinvolti in un’indagine su una rete di spaccio con base a Milano. A presiedere la corte è stata la giudice Luciana Crisci, con i colleghi Valerio Riello e Luca Vitale.
Il verdetto ha visto la condanna più severa per Antonio Russo, al quale sono stati inflitti 20 anni di carcere. Mauro Lionello è stato condannato a 10 anni, mentre Lucia Cozzolino dovrà scontare 8 anni e mezzo. Sei anni ciascuno sono stati assegnati a Emanuela Russo, Antonietta Russo e Francesco Ferrari. Anna Russo ha ricevuto 4 anni e mezzo, mentre Emilio Lasco è stato condannato a 4 anni.
Nel corso della sua requisitoria, il pubblico ministero antimafia Luigi Landolfi aveva richiesto pene ancora più alte: 30 anni per Antonio Russo, 20 anni ciascuno per Antonietta Russo e Lucia Cozzolino, 18 per Emanuela Russo, 17 per Emilio Lasco, 16 per Francesco Ferrari, 14 per Mauro Lionello e 12 per Anna Russo.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, gli imputati facevano parte di un’organizzazione strutturata dedita alla gestione e distribuzione di stupefacenti, operando secondo dinamiche tipicamente mafiose, sotto il controllo del clan Belforte.
Oltre al narcotraffico, l’inchiesta ha fatto emergere altre accuse, tra cui episodi di estorsione, usura, riciclaggio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e tentativi di falsificazione di atti pubblici. In particolare, uno degli episodi più gravi riguarda il presunto tentativo di organizzare un matrimonio fittizio tra un cittadino italiano e una donna straniera, dietro compenso, con l’obiettivo di favorire l’ottenimento del permesso di soggiorno e, in seguito, della cittadinanza italiana.