
MARCIANISE. Sospensione di un sindacalista accende la protesta nello stabilimento Jabil di Marcianise
Una sospensione disciplinare ha fatto esplodere la tensione tra i dipendenti dello stabilimento Jabil di Marcianise. Giuseppe Nappo, rappresentante sindacale dell’Usb, è stato sospeso per cinque giorni dall’azienda con l’accusa di violazioni disciplinari. Il provvedimento ha scatenato la reazione immediata della rappresentanza sindacale interna, che ha indetto uno sciopero e avviato un presidio permanente all’ingresso dello stabilimento.
La misura punitiva è arrivata subito dopo un’assemblea dei lavoratori e un’azione di sciopero, sollevando forti sospetti tra i sindacati. Secondo l’Usb, la tempistica non è casuale e rappresenterebbe una chiara ritorsione nei confronti dell’attivismo sindacale. Le contestazioni rivolte a Nappo riguardano un presunto allontanamento non autorizzato dal posto di lavoro, ma i colleghi parlano di accuse infondate e infamanti.
Questo episodio si inserisce in un contesto già molto delicato: lo stabilimento campano è l’unica sede italiana della multinazionale americana dell’elettronica e si avvicina a un passaggio di proprietà. Entro luglio, infatti, l’impianto dovrebbe essere trasferito alla nuova realtà industriale TMA, frutto dell’unione tra la TME di Portico di Caserta (che deterrà il 55%) e l’agenzia pubblica Invitalia (con il 45%). Una transizione che preoccupa i dipendenti, già in allarme per il loro futuro lavorativo.
Per l’Usb, la sospensione di Nappo è un chiaro segnale di intimidazione contro chi guida le rivendicazioni sindacali. “È un’offesa alla dignità di chi lavora – dichiarano i rappresentanti del sindacato – e non resteremo a guardare. Difenderemo i nostri diritti nelle sedi opportune e con ogni forma di mobilitazione. Colpire uno significa colpire tutti”. Intanto, davanti ai cancelli della fabbrica si respira un clima di determinazione e rabbia, con i lavoratori compatti nel difendere chi si è esposto per tutelare l’interesse collettivo.