
Santa Maria Capua Vetere. Traffico di droga nelle palazzine: testimone chiave si autoaccusa e il processo viene sospeso
«Gestivo un giro di droga nel mio appartamento ai Palazzi Noviello. Vendevo cocaina direttamente, mentre per l’hashish mi affidavo ad altri». Queste le parole pronunciate in aula da Salvatore Merola, durante il processo a carico di Vittorio Merola, soprannominato “Bengala”, 21 anni, e Antonio Pio Salemme, detto “‘o biondo”, 22 anni, entrambi accusati di aver gestito un’attività di spaccio nel cuore del centro storico di Santa Maria Capua Vetere.
Durante l’udienza presso la Terza Sezione Penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Giuseppe Meccariello affiancato da Anna Sofia Sellitto e Raffaele Ferraro, Salvatore Merola – noto come “cap’ e’ bomb'” e già vittima di un attentato nell’ambito di faide legate al controllo del traffico di droga – stava ricostruendo in aula la mappa dello spaccio nei Palazzi Noviello. Tuttavia, l’interrogatorio è stato bruscamente interrotto: i legali degli imputati hanno sollevato dubbi sulla regolarità della testimonianza, in particolare sull’assenza di garanzie legali durante l’escussione. Il presidente del collegio ha accolto l’obiezione, rinviando l’audizione a giugno.
Secondo l’accusa, rappresentata dalla pm Carmen D’Onofrio, Vittorio Merola e Antonio Pio Salemme avrebbero cercato di affermarsi come leader nella vendita di stupefacenti in città, gestendo in particolare il commercio di hashish e cocaina.
L’indagine, condotta dai carabinieri della compagnia locale, ha coinvolto numerosi altri soggetti, tra cui Cristian D’Ambrosio (24 anni, soprannominato “‘o Lion”), Elsamahy Gossam Eldsouky Mohamed (26 anni, originario della Libia), Luigi Martucci (“‘o mucill”, 21 anni), Alessandro Viviani (“nanà”, 26 anni), Antonio Merola (26 anni), tutti residenti a Santa Maria Capua Vetere. Tra gli altri indagati compaiono anche Salvatore Merola (“cap e bomb”, 30 anni), Gennaro Barbato (26 anni, di Capua), Antonio Roberto Belloni (27 anni), Riccardo Di Mauro (55 anni, di Succivo) e Alessandro Pellegrino (32 anni, di Capua). Alcune posizioni sono state stralciate nel corso dell’iter processuale.
Cristian D’Ambrosio e Elsamahy Gossam Eldsouky Mohamed, assistito dall’avvocato Cesare Gesmundo, hanno scelto il rito abbreviato e compariranno davanti al Gup Daniela Vecchiarelli verso la fine di marzo. Alessandro Viviani, invece, ha concluso la propria posizione con un patteggiamento.