
MARCIANISE. Si è conclusa la fase delle discussioni nel processo sul traffico di droga legato al clan Belforte, in corso davanti alla terza sezione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Luciana Crisci.
Durante le arringhe finali, i difensori degli imputati hanno duramente contestato l’impianto accusatorio della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, sostenendo con forza l’innocenza dei loro assistiti. La prossima udienza è fissata per la prima settimana di giugno, quando prenderà la parola il pm antimafia Luigi Landolfi per le repliche, seguite dalla lettura della sentenza.
Sotto processo ci sono Emilio Lasco, Mauro Lionello, Lucia Cozzolino, Anna Russo, Emanuela Russo, Antonietta Russo, Antonio Russo e Francesco Ferrari. Le accuse principali sono di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dal metodo mafioso, con riferimento diretto al clan “Belforte”, noto anche come “Mazzacane”.
Ma i capi d’imputazione non si fermano qui: agli imputati vengono contestati anche episodi di estorsione, usura, ricettazione, riciclaggio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e induzione al falso in atto pubblico. Tra gli episodi più gravi, figura il tentativo di organizzare un matrimonio fittizio tra un cittadino italiano e una cittadina straniera, dietro compenso, per ottenere fraudolentemente un permesso di soggiorno e poi la cittadinanza.
Nella requisitoria, il pm Landolfi ha avanzato richieste di condanna pesanti: 30 anni per Antonio Russo, 20 anni per Antonietta Russo e Lucia Cozzolino, 18 anni per Emanuela Russo, 17 per Emilio Lasco, 16 per Francesco Ferrari, 14 per Mauro Lionello e 12 per Anna Russo.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Vincenzo Strazullo ed Antimo Iuliano.