
CAPODRISE. Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha revocato la misura di sorveglianza speciale nei confronti di Ferdinando Cappabianca, 47 anni, originario di Capodrise, accogliendo l’istanza di rivalutazione della pericolosità sociale presentata dall’avvocato Giuseppe Foglia.
Cappabianca era stato condannato nel 2010 a 21 anni e tre mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, nell’ambito dell’operazione antidroga che aveva smantellato una rete criminale attiva tra Marcianise, Capodrise e Santa Maria Capua Vetere.
L’ombra del clan
Secondo le indagini, l’organizzazione, legata al clan Belforte di Marcianise, noto come “Mazzacane”, gestiva un vasto traffico di droga, con rifornimenti provenienti dall’Olanda. Cappabianca era ritenuto uno dei principali referenti del sodalizio criminale.
Nel 2008, Cappabianca fu nuovamente arrestato, insieme ad altri tre individui, per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in un’operazione che coinvolse anche studenti minorenni utilizzati come pusher.
Dopo aver scontato la pena detentiva, Cappabianca era sottoposto alla misura di sorveglianza speciale, che impone restrizioni alla libertà personale. L’avvocato Foglia ha presentato un’istanza di rivalutazione della pericolosità sociale del suo assistito, sostenendo che, nel corso degli anni, Cappabianca ha mostrato un comportamento conforme alle prescrizioni e ha intrapreso un percorso di reinserimento sociale.
Il Tribunale ha accolto l’istanza, ritenendo che non sussistano più i presupposti per la prosecuzione della misura di sorveglianza speciale.
La revoca della misura rappresenta un importante passo nel percorso di reinserimento di Cappabianca nella società, dopo anni segnati da vicende giudiziarie legate al traffico di droga nel Casertano.