
Caserta. Una sala chirurgica concessa in uso a un team esterno: nuovi sviluppi sulla morte di Sabrina
Una sala operatoria utilizzata da un’équipe medica non appartenente alla struttura. È questa la posizione ufficiale resa nota dalla clinica Iatropolis, situata in via De Falco a Caserta, dove il 24 aprile scorso ha perso la vita Sabrina Nardella, una parrucchiera di 38 anni originaria di Gaeta, in seguito a un intervento di chirurgia estetica.
La Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato un’indagine sull’accaduto. Il sostituto procuratore Nicola Camerlingo ha disposto l’iscrizione nel registro degli indagati di cinque persone: i chirurghi Sergio Delfino (51 anni, di Roma) e Antonio Vernillo (39 anni, di Ercolano), l’anestesista Alfonso Canfora (54 anni, residente a San Sebastiano al Vesuvio), l’infermiera Immacolata Messina (32 anni, di Teverola) e il direttore sanitario della clinica, Raffaele Ferraro, rappresentato dall’avvocato Bernardino Lombardi.
Stando a quanto ricostruito finora, l’intervento sarebbe avvenuto in regime di day surgery: Sabrina sarebbe dovuta tornare a casa la sera stessa. Tuttavia, durante la procedura, il suo cuore ha cessato di battere. I tentativi di rianimazione da parte della squadra medica e successivamente del personale del 118 si sono rivelati vani. La donna lascia due figli, di 7 e 13 anni.
Per far luce sulle cause del decesso, domani – 30 aprile – sarà affidato a un consulente tecnico l’incarico di eseguire l’autopsia, che si svolgerà presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. All’esame parteciperanno anche i periti nominati dagli indagati e dalla famiglia della donna, assistita dagli avvocati Matteo e Vincenzo Macari.
Il caso ha attirato anche l’attenzione del Ministero della Salute, che ha chiesto alla Regione Campania di redigere una relazione sulla struttura sanitaria coinvolta.