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Omicidio per la faida, stangata definitiva per il ras

RECALE. La Corte di Cassazione ha respinto l’istanza presentata da Antimo Mastroianni, ras di Recale, confermando senza modifiche la decisione emessa dalla Corte d’Appello di Napoli il 27 giugno scorso. Il pronunciamento, adottato dal collegio presieduto dal magistrato Raffaello Magi, ha escluso la possibilità di riconoscere un legame di continuazione tra l’omicidio di Luca Famiano, avvenuto il 31 luglio 1996, e l’affiliazione di Mastroianni al gruppo criminale Perreca.

La difesa aveva sostenuto che il delitto rientrasse nella strategia della cosca, finalizzata a rafforzare il proprio dominio sul territorio e a eliminare i gruppi rivali. Tuttavia, i giudici della Corte d’Appello avevano respinto questa ricostruzione, sostenendo che l’omicidio non fosse parte di un disegno preordinato, ma piuttosto il risultato di circostanze specifiche, legate alla scelta della vittima di schierarsi con una fazione avversa.

Nel ricorso alla Cassazione, gli avvocati di Mastroianni hanno contestato questa interpretazione, sottolineando che in passato era già stato riconosciuto il vincolo della continuazione tra l’associazione mafiosa e altri reati, come le estorsioni e il possesso illecito di armi. La Suprema Corte, però, ha ribadito che tale collegamento può essere riconosciuto solo se, sin dalla costituzione del gruppo criminale, vi sia stata una programmazione chiara e definita delle azioni criminose future.

Nel caso in esame, l’omicidio di Famiano è stato considerato una scelta maturata in seguito, e non un elemento strutturale dell’organizzazione mafiosa. Per questo motivo, la Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la sentenza della Corte d’Appello e mettendo la parola fine alla vicenda giudiziaria.