
Casapesenna. La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha deciso di impugnare la sentenza di assoluzione nei confronti di Filippo e Nicola Capaldo, parenti del boss Michele Zagaria, coinvolti nell’indagine riguardante il mercato del latte legato al clan dei Casalesi.
La prima sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, con il presidente Giovanni Caparco e i giudici Francesco Maione e Patrizia Iorio, ha scagionato i due Capaldo, difesi dagli avvocati Giuseppe Stellato e Ferdinando Letizia, dalle accuse di associazione di tipo mafioso e intestazione fittizia di beni, ritenendo insussistenti i fatti contestati.
Secondo i magistrati antimafia Gianluca Giordano e Giuseppe Cimmarotta, i due fratelli avrebbero messo in atto una serie di operazioni per aggirare le norme sulle misure patrimoniali di prevenzione. Filippo Capaldo, destinatario di tali misure e già condannato per associazione mafiosa, estorsione e concorrenza illecita con minaccia e violenza, avrebbe fittiziamente intestato inizialmente le quote della Cooperativa Santa Maria a Giovanni Massaro e successivamente a Gianfranco Costanzo, Teresa Zazzaro e Giuseppe Petito. Tuttavia, secondo l’accusa, i reali proprietari delle società sarebbero sempre stati i fratelli Capaldo.
I giudici hanno però ritenuto che le prove presentate non fossero sufficienti. In particolare, le intercettazioni utilizzate nel processo sono state dichiarate inammissibili poiché autorizzate per un reato diverso da quello contestato. Inoltre, non sarebbe emersa alcuna prova che la Cooperativa Santa Maria fosse effettivamente controllata dal clan dei Casalesi e utilizzata per la distribuzione del latte in alcuni comuni della Campania, come invece era stato accertato per la società Euromilk Srl, legata alla famiglia di Raffaele Capaldo, marito di Beatrice Zagaria, sorella del boss Michele Zagaria.
I giudici hanno anche evidenziato la mancanza di riscontri concreti sul coinvolgimento diretto dei fratelli Capaldo nella gestione della Cooperativa Santa Maria, né è stato dimostrato che Petito e Zazzaro fossero meri prestanome. Inoltre, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia non sono state ritenute attendibili.
Di fronte a questa decisione, i pm Giordano e Cimmarotta hanno presentato ricorso, ritenendo che la sentenza si basi su una valutazione errata e parziale delle prove. Secondo l’accusa, la Cooperativa Santa Maria sarebbe una continuazione della Euromilk Srl e sarebbe riconducibile ai Capaldo. I magistrati contestano anche la decisione del tribunale di ritenere inattendibili le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Francesco Zagaria, detto “Ciccio ‘e Brezza”, e Attilio Pellegrino.