TERZIGNO. Truffa dello “specchietto”, un barattolo di cera e un cric per fare leva sulla vittima. 35enne arrestato dai Carabinieri
L’universo delle truffe conosce trame intricatissime, trucchi e messinscene tra i più vari e complessi.
Nel campionario c’è di tutto: dall’inganno agli anziani al phishing, dallo smishing al romance scam. Sfogliando l’elenco anche vishing, Schemi Ponzi, truffe delle lotterie, del supporto tecnico, del finto maresciallo. Finti annunci di lavoro o pacchetti vacanza, truffe religiose.
E poi la truffa dello “specchietto”.
Gli “attori” fanno credere alle vittime di aver danneggiato il loro specchietto retrovisore o un’altra parte dell’auto, cercando poi di ottenere denaro come risarcimento.
Si parte da un danno creato ad arte al proprio veicolo, utilizzando sassi o altri oggetti per simulare il rumore di impatto.
La vittima, spesso anziana o neopatentata, ferma l’auto, il truffatore mostra il danno e chiede un risarcimento. Lo fa proponendo un accordo informale, per evitare di coinvolgere le assicurazioni e alzarne il premio. La richiesta è generalmente ragionevole così la vittima finisce per cascarci e paga.
E’ esattamente quello che è successo ieri sera a Terzigno.
Il copione è sostanzialmente quello raccontato poco fa, con una minaccia e un cric come varianti sul tema.
Il truffatore lamenta un danno al paraurti e allo sportello. Poi propone un accordo ma la ritrosia della vittima impone una svolta. Si passa alle minacce e poi al cric come deterrente.
I carabinieri della stazione di Terzigno arrivano in quel preciso istante.
Si rivolgono all’uomo armato, chiedendo spiegazioni. Lui cambia atteggiamento e fa per allontanarsi. La vittima, intanto, racconta quei pochi secondi e diventa tutto più chiaro.
In manette per tentate estorsione e truffa finirà Bruno Abbruzzese, 35enne di Terzigno già noto alle forze dell’ordine. Nella sua auto un barattolo di cera nera, utilizzata verosimilmente per simulare graffi sulla carrozzeria.
Abbruzzese è finito in carcere, in attesa di giudizio.